Un organico particolare, unico e raro: il trio Boccherini e Ramon Ortega Quero protagonisti del palcoscenico
Analisi, recensioni, presentazioni delle grandi opere nella prestigiosa sala della Società Filarmonica di Trento
Martedì 25 gennaio, alle 19.30, la società Filarmonica di Trento ospiterà un organico particolare, unico e raro, basti pensare che il Quartetto per oboe e trio d’archi mozartiano (tra le opere più importanti della letteratura per oboe) si ritroverà per più di un secolo e mezzo senza nessun seguito: per un secondo esempio di egual valore bisognerà aspettare il Phantasy Quartett di Britten (1932).
Per questo motivo la Filarmonica ha scelto di affidarsi ad artisti altrettanto unici e rari. A partire dall’oboista Ramon Ortega Quero, primo oboe della Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks, due volte vincitore dell’Echo Award e riconosciuto in tutto il mondo come uno dei musicisti più straordinari della sua generazione.
A Trento suonerà insieme al Trio Boccherini. Nato a Berlino, nonostante i pochi anni di attività, ha già ricevuto importanti apprezzamenti dalla critica musicale, esibendosi nelle migliori sale da concerto come la Wigmore Hall di Londra o la Konzerthaus Berlin. Obiettivo primario di questo ensemble d’eccezione, è la valorizzazione delle centinaia di opere scritte per questo organico strumentale, molte delle quali tristemente sconosciute alla maggior parte degli ascoltatori. Per questo concerto gli artisti hanno condiviso con la Filarmonica la scelta di un’opera scritta appositamente dal giovane compositore trentino Stefano Dalfovo (1998).
La Stagione dei Concerti, sotto la direzione artistica di Antonio Carlini, proseguirà giovedì 3 febbraio con i tedeschi del Goldmund Quartett, considerato uno dei migliori quartetti d’archi d’Europa.
Per accedere ai concerti è richiesto il Green Pass rafforzato e la mascherina Ffp2 (Qui per informazioni sui biglietti e il programma dettagliato).