Coronavirus dal caos a quattro parole chiave: responsabilità, noia, limiti e normalità
Amo raccontare frammenti di vita e tutto ciò che lascia un segno
Non trovo argomenti. Non trovo argomenti diversi dal Coronavirus. Questa cosa mi fa arrabbiare. È mai possibile? Mi sono fatta travolgere dall'ansia? Il cellulare è qui, a portata di mano. Non si sa mai. Non oso guardare le statistiche sugli accessi. Bene. A questo punto, provo a fare emergere alcuni concetti dal caos che ci circonda.
Responsabilità. Forse da riscoprire. O iniziare a sperimentare. Senza eccessi. La responsabilità è quel qualcosa che ci porta a pensare a chi ci sta accanto. A viverci come parte di una comunità. Ad alzare gli occhi sull'altro. E se quell'altro è anziano, o provato dalle malattie, allora possiamo rinunciare alle uscite con le comitive. Senza drammi. Senza isolamenti forzati. Semplicemente, possiamo scegliere come vivere la nostra quotidianità, dentro e fuori casa. Avendo a cuore chi ci sta vicino. O cambiando delle abitudini. Magari, riscoprendone alcune dei nostri nonni. A lavare le mani bene. A fare un po' di scorta di cibo, perché non si sa mai. A non avere fretta. A prevenire, per quel che si può.
Noia. Quella di quando non c'è la scuola. Perché, dopo i salti di gioia, le giornate in casa non passano mai. O quella che proviamo quando non possiamo fare quello che ci piace. Ma, in fondo, di noia non è mai morto nessuno. E potremmo provare a trasformarla in altro, questa noia. Prendendo in mano un libro. Anche di quelli conservati lì, in alto. O inventando un'attività. O una pietanza. O riscoprendo ciò che ci piace, ma lo avevamo dimenticato. Basta solo evitare la compulsione. Quella che ci attanaglia, in queste settimane. Che ci porta a navigare su internet alla ricerca di notizie aggiornate. Nella speranza di riconoscere le fake news. O di essere aiutati a farlo.
Limiti. Ci fanno sentire in gabbia. Soffocano il nostro desiderio di superare il confine. Ci infastidisce che siano gli altri a darceli. A lasciarci fuori. Ci fanno sentire esclusi. Estranei. Strani. Ma se alcuni limiti li facciamo nostri, allora possiamo mettere in campo le strategie per superarli. O per trasformarli. Ognuno a modo proprio. Per non farci sotterrare da questo clima. Per oltrepassarlo, anzi.
Normalità. Desiderio folle. Di normalità come libertà. Di serenità. Di ripresa della propria vita. Perché, in qualche modo, ci sentiamo come derubati. Vorremmo pensare all'estate. Ai progetti futuri. Alle sfide di ogni giorno. E non solo avere quel maledetto chiodo fisso nella mente.