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Addio a padre Modesto, dalla Val di Non all'Umbria simbolo della lotta alla Sla

Malato da tempo ha chiesto di non essere sedato. Un uomo dalla personalità vulcanica che dai tornei “Un calcio per la pace” al movimento Rangers ha rappresentato uno straordinario inno alla vita per un sacerdote prigioniero del suo corpo nella fase terminale della malattia
DAL BLOG
Di Franco Panizza - 01 giugno 2017

Segretario politico del Patt e Senatore nella XVII legislatura 

Come una doccia gelata abbiamo appreso la notizia della scomparsa di padre Modesto Paris. Quella di padre Modesto non è una storia come tutte le altre. Fondatore del movimento Rangers, era diventato un simbolo della lotta alla Sla, ma continuava ugualmente a dire Messa grazie all’aiuto di un sintetizzatore vocale.

 

Padre Modesto, non più di una settimana fa, aveva rilasciato una specie di testamento spirituale al settimanale "Panorama" di rara intensità, in cui spiegava le ragioni per cui aveva chiesto ai medici di non essere sedato. Uno straordinario inno alla vita di un sacerdote prigioniero del suo corpo nella fase terminale della malattia. Il suo coraggio è oggi un modello per la Chiesa e per tutti quelli che oggi si misurano coi temi eticamente sensibili del “fine vita”. Una storia così diversa da quella ad esempio di Dj Fabo, che richiede lo stesso identico rispetto e tutta l’umana comprensione da parte di chi non può immaginare cosa vuol dire trovarsi in una condizione così drammatica.

 

Non solo quest’ultimo tratto, che basterebbe da solo per rendere straordinario il suo percorso, ma l’intera sua vita è stata un continuo inno alla speranza, alla carità, alla ricerca dell’altro e della felicità vera. Nato a Rumo, nonostante il suo continuo girovagare ovunque ci fosse bisogno, aveva sempre mantenuto un rapporto molto forte con la Val di Non. Ricordo, come se fosse ieri, i tornei “Un calcio per la pace” che organizzammo assieme alle società della Valle, portando in Trentino le squadre di suoi ragazzi, in non pochi casi strappati da situazioni di grande difficoltà. Ma anche gli incontri per promuovere la cooperazione in Umbria o il campeggio fatto nascere a Rumo, cui la Provincia non fece mancare il suo sostegno, per ospitare i ragazzi e le loro famiglie.

 

Chi l’ha conosciuto sa bene che nessun aggettivo s’addice meglio alla sua figura, quale quello di personalità vulcanica, che ci faceva impazzire con la sua energia e il suo entusiasmo, sempre contagioso, e con quella voglia innata di aiutare e sostenere gli altri, per inventare ogni volta un’iniziativa nuova per coinvolgerli.

 

Oggi non solo la Valle di Non, ma tutte le comunità che l'hanno avuto la fortuna di conoscerlo ed apprezzarlo, dall’Umbria alla Liguria, piangono questa figura così incredibile, che ha inteso tutto l’arco della sua esistenza come un inno alla vita e al servizio di chiunque avesse bisogno di aiuto. Un esempio di fede straordinaria, di impegno per credenti e non, che continuerà a vivere nei nostri ricordi e nel suo impareggiabile operato.

 

Ciao Padre Modesto, ci mancherai e grazie, di vero cuore, per quanto ci hai insegnato. 

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