La Sat, l'ennesimo rifugio da stravolgere, il plauso di architetti e ingegneri e la sensazione che tutto in montagna sia ancora fatto per dominarla
Costruttore di ripari per chi ha perso tutto. Tessitore di relazioni per comprendere
Leggo stamani del nuovo intervento della oramai società "immobiliare" SAT circa l'intervento di sistemazione di uno dei tanti rifugi delle nostre montagne. Leggo dell'entusiasta attivazione di un concorso d'idee per progettisti, leggo del coraggio della SAT per quella scelta, leggo di "innovazione con rispetto dei luoghi".
Leggo di un faro per chi percorre quei magici luoghi. Ecco palesata l'essenza teorica dell'intervento di questa società verso l'ambiente. Dominio! Non vedo in fondo grandi differenze teoriche fra chi piega i monti con teleferiche, ferrate, ponti tibetani, rifugi confortevoli e chi vorrebbe dominare i territori forse con metodi più barbari ma certo meno subdoli.
Naturalmente gli ordini plaudono e vorrei ben vedere se non lo facessero, finalmente in una società ingabbiata dal 110 qualcuno tenta di proporsi come committenza illuminata. Solo che un faraone, o un Giulio II, o un Medici non esistono più da tempo ed allora la SAT può aspirarvi e gli architetti pensare di avere ancora un ruolo importante di trasformazione.
Per carità hanno ragione a continuare così! Perché mai approfondire ruoli professionali che affondano le loro radici nell'ottocento e le loro regole nel fascismo? Gli architetti e gli ingegneri continuino a progettare una società che sempre più velocemente trasforma tutto in una fonte di reddito o di turismo che poi sono la stessa cosa ma che nulla tengono conto dell'ambiente!