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Il mondo che suona (bene) fa tappa a Vezzano

Parte giovedì 6 marzo ad ingresso libero la rassegna "Percorsi sonori" che si propone di far viaggiare gli spettatori nelle culture, le tradizioni ma anche nelle contaminazioni di musiche che annullano confini e steccati. Si incomincia con il brasile di Renato Borghetti (in strepitoso quartetto) virtuoso della fisarmonica. Gli orfani degli storici Itinerari Folk ritroveranno finalmente occasioni
DAL BLOG
Di Carmine Ragozzino - 04 marzo 2025

Giornalista, ha lavorato per Alto Adige, Gazzettino e Trentino

C’erano una volta – nemmeno troppo tempo fa ma sembra passato un secolo – gli Itinerari Folk. Per parecchi anni – davvero tanti e davvero in crescita esponenziale di consenso – Trento ospitò il mondo che suona senza condannare la musica al business. Si suonava la tradizione senza però imprigionarsi alla “nostalgia canaglia”. Passarono a Trento singoli e gruppi dell’est e dell’ovest, del nord e del sud, di lato e di sbieco di un pianeta dove è ancora” normale” intrecciare i ritmi, contaminare le culture, costruire un virtuoso meticciato. Un meticciato capace di annullare nei fatti (e non con la falsità e l’ipocrisia delle sole chiacchiere) tutti i confini.

 

 Solo Itinerari musicali? Solo note belle e buona musica tecnicamente dotta ma sorprendentemente popolare? Macché: musica sì ma anche missione: la missione sempre più ardua dell’apertura mentale, del confronto, della scoperta. Gli Itinerari Folk furono un veicolo, divertente e coinvolgente, di progresso culturale da opporre al regresso delle chiusure, delle “piccole” e deleterie “patrie”, dei muri.

 

 Per ragioni ancora oggi incomprensibili (memoria ma anche irritazione per gli antipodi della lungimiranza) sparirono quegli Itinerari Folk che furono un indubitabile vanto della proposta di spettacolo estiva del Centro Santa Chiara, lasciando orfano di occasioni un pubblico che negli anni si era fatto sempre più numeroso, attento e disponibile (sempre affollati i concerti delle ultime stagioni nel cortile delle scuole Crispi). Sparirono gli Itinerari ma non la passione e la competenza di Mauro Odorizzi (musicista e anima della proposta) che continuò a sbattersi per organizzare laddove era possibile qualche occasione nonostante la dimensione importante della rassegna fosse stata dolorosamente archiviata.

 

 Dai e dai, la caparbietà (così almeno si dice, ma non è sempre detto) aiuta.  Non resuscitano gli Itinerari Folk ma nasce una proposta che seppur decentrata finalmente conforta. Si tratta di “Paesaggi sonori, musiche dal mondo in valle dei Laghi”. Da giovedì 6 marzo il teatro di Vezzano (struttura in via di rilancio dopo vicende piuttosto tormentate) ospiterà una rassegna di quattro appuntamenti (fino a maggio, ad ingresso libero) che potrebbe espandersi se il successo premierà la collaborazione tra Odorizzi e Lorenzo Bernardi, anima dell’associazione Arte Laghi che sullo spazio di Vezzano sta investendo in idee e creatività.

 

Arte Laghi prova infatti a fare del teatro di Vezzano un punto di riferimento culturale non relegato alla dimensione periferica nell’offerta di cinema, prosa, musica e altro. E nell’altro c’è, ad esempio, la scommessa intrigante del progetto “Zerozeronovantanove” che vorrebbe trasformare il teatro in un luogo di vitalità permanente con momenti d’arte varia, incontri e laboratori per i cittadini della valle da 0 a 99 anni.

 

 I “Percorsi sonori” che vanno ad iniziare sono un passo condiviso anche dalla “Trentini nel mondo”, sodalizio che festeggia i 150 anni con una mostra sull’emigrazione nelle Americhe, allestita nella Galleria del Teatro. Ad avviare le danze (sì perché il folk non è quasi mai statico) sarà Renato Borghetti, artista brasiliano di origini trentine, virtuoso della fisarmonica dei gauchos del Rio Grande do Sul. La rassegna non nasconde le sue ambizioni. Che non sono solo ambizioni musicali. Nella presentazione si parla, infatti, di “sguardo sul mondo” (e non è poco) ma anche di apertura a linguaggi diversi, di ricerca della qualità e dell’originalità, di interscambio e comunicazione tra culture, di raccontare la musica e i suoi protagonisti meno noti come vera esplorazione nella multiculturalità dei valori, delle storie, delle identità.

 

 Una particolare attenzione verrà posta alla famiglia degli strumenti a corda, dalla chitarra (lo strumento più amato e popolare) a tutte le variegate forme che si possono incontrare nel mondo musicale. “Paesaggi Sonori, Musica dal Mondo in Valle dei Laghi” debutterà portando gli spettatori in Brasile con un gruppo ad alto tasso di maestria tecnica e divertimento.

 

 Poi toccherà alla canzone d’autore di impegno sociale di Luca Bassanese, performer carismatico che presenta il nuovo spettacolo e album in trio;. E ancora la chitarra acustica di un maestro del flatpicking come Beppe Gambetta oggi anche cantautore, nella esclusiva formazione in trio con due valenti allievi, fino alla giovane e travolgente bluegrass band dei “Blue Weed”, cultori della musica roots nordamericana con una

formazione tutta di strumenti a corda e voci.

 

 Ma la rassegna è il fulcro di un progetto – spiegano i promotori – che aspira a confrontarsi col territorio, dalle associazioni alla scuola e perfino alle realtà d’impresa, con opportunità formative, produzioni originali e un approccio diretto a stimolare un accesso ampio, popolare e inclusivo alla cultura.  Renato Borghetti Quartet (Brasile). Le sue radici sono nella musica dei gauchos del Rio Grande do Sul, lo stato più meridionale del Brasile, al confine con l’Argentina. Il suo strumento è la fisarmonica a bottoni, chiamata “gaita ponto”, e con essa ha reinventato la tradizione popolare affermandosi in tutto il mondo come musicista di prima grandezza. Con uno stile unico ha miscelato i ritmi come la milonga, la chacarera o il chamanè con il tango, il jazz, la samba e numerose altre suggestioni sonore di una storia musicale ricca di incontri.

 

 Alcuni critici hanno paragonato il suo lavoro a quello fatto da Piazzola sul tango tradizionale. La sua modernità non è stata vista come un tradimento delle origini: infatti a Porto Alegre, Borghettinho - come lo chiamano i suoi fan - è un artista adorato per il suo carisma, il virtuosismo tecnico, l’intensità delle sue performance, ma soprattutto per aver saputo trasformare il folclore in una musica elegante e appassionata. Dal 2010 ha fondato la “Fabrica de Gaiteiros”, un progetto per produrre e diffondere la fisarmonica diatonica con il marchio Borghetti, anche attraverso un impegno rivolto ai bambini e ai giovani svantaggiati. A Vezzano suoneranno Renato Borghetti, accordion (gaita ponto), Daniel Sá, chitarra, Vitor Peixoto, piano e

Pedro Figueiredo, sax e flauto traverso-

 

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