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E diamoglielo 'sto mercatino di Natale di Trento ad Ago Carollo: forse rivedremo suonare anche i Beatles (compresi Lennon e Harrison)

A Rovereto aveva promesso J-Ax e Fedez, i Mannesquin e Skin ma alla fine non era venuto nessuno. Lui è maestro nel districarsi tra cavilli e contraddizioni e dopo aver gestito il ''Natale'' della Città della Quercia (culminato con quel presepe ''finto transgender'' realizzato con i manichini) ora sarebbe in corsa per quello di Trento. E se qualcuno sorride l'amministrazione farebbe bene a stare ben sveglia
DAL BLOG
Di Carmine Ragozzino - 21 settembre 2019

Giornalista, ha lavorato per Alto Adige, Gazzettino e Trentino

E diamoglielo 'sto mercatino di Natale ad Agostino Ago Carollo. Proviamo a volare un po’ più in alto. Internazionalizziamoci. Proiettiamo Trento verso il mondo. Gli zampognari? Resteranno, ma tatuati e palestrati come nelle discoteche di Ibiza. L’uomo – il Carollo - ha un curriculum invidiabile. Come negarlo? Basta buttarsi su Wikipedia. Sotto il suo nome dovrebbero scriverci “Che bravo che sono”, per tale e per quanta sia la potenza delle autocertificazioni. Sul dizionario di un tutto ciò che non sempre è facilmente verificabile Carollo è un re Mida: della consolle, dei watt sparati, della produzione sonora

 

Carollo si crogiola nei suoi diritti: veri e presunti. Li rovescia, i diritti, sulla carta bollata, e ormai è maestro nello scoprire cavilli e ribaltare le cose. Non passa giorno che non ricorra contro qualcosa o contro qualcuno. Cosicché ha scartabellato per mesi tra il Lungo Leno e il Tar. Contro il Comune di Rovereto. Un Comune che non lo avrebbe ricompensato come chiedeva il suo genio, quando è stata l’ora di fare il bilancio del Natale 2018. Carollo adesso cerca la gloria di un affido natalizio anche a Trento. Vuole piazza Fiera, (e forse non solo). Vuole gestire da organizzatore un altro Natale. Con commercio e introiti annessi.

 

Per raggiungere lo scopo - e l’eventuale guadagno - si affiderebbe, ancora, anche ai togati. Lui slalomeggia tra i regolamenti. Cerca e trova postille utili alla sua causa. Si dice pronto - la sua è un’abitudine consolidata -– a far causa a chiunque sia possibile chiamare in causa: Comune, Provincia, Centro Santa Chiara, Apt . E chissà chi altro ancora. Ma sì, accontentiamolo sto Carollo. Trento avrà pur bisogno di sprovincializzarsi. Trento dovrà pure accorgersi che non bastano più la semplicità di bancarelle e vino caldo per confermare numeri turistici da capogiro.

 

Il Natale – il mercatino che è ha ormai le dimensioni di un mercatone - nelle mani di Carollo potrebbe essere un contenitore di meraviglie. E di sorprese. Carollo è un meraviglioso dispensatore di attese. Capita che siano attese disattese? E chissene. Carollo è un mago. Fosse da Nago, ci sarebbe coerenza. Ma è di Rovereto. È proprio a Rovereto che lo scorso anno ha promesso per Natale un programma musicale stellare. Il piatto forte del suo mercatino natalizio. Come è finita? È finita che ha sparato solo qualche petardo. Bagnato. Vincere un appalto intrigando i committenti con un cast che va da Fedez a J-Ax, dai Maneskin a Skin, da Sfera Ebbasta a Fletcher dei Depeche Mode. Roba che a crederci bisognava davvero mettercisi di impegno. Ma a Rovereto non ha sede l’Accademia svedese dei Nobel che discerne , verifica, seleziona. E solo poi decide.

 

Evidentemente nessuno ha fatto di conto, (bastava un pallottoliere). O non ha potuto perché i cavilli erano talmente tanto efficaci da impedire ogni scappatoia. E poi, evidentemente, i grandi nomi obnubilano anche chi amministra. Ovviamente dei grandi musicisti annunciati non s’è vista l’ombra. Nemmeno un ologramma che sarebbe stato almeno un’idea originale. Con il pur ricco budget del mercatino natalizio Carollo avrebbe al massimo potuto offrire un aperitivo a Fedez o a Skin. Epperò l’appalto gli è stato assegnato e a Rovereto hanno risuonato i ritmi del Natale carolliano.

 

Ritmi fatti in casa: spesso a casa di Carollo. Il Carollo musicista, dee jay e produttore, ha infatti mille nomi diversi pur essendo uno. X-Treme, Ago, DJ B3LFAST, DJ Rikituki, Spankox, Eyes Cream e Tino Augusto DJ: è sempre Carollo, ma sembrano tanti. L’Ago, (Carollo), stenta a tenere a bada l’ego. E così si impantana anche quando si picca di fare il provocatore alla Catellan. Scambiando probabilmente l’artista dell’inconsueto per il simpatico Catellan che presenta X Factor. Così è stato – sempre durante lo scorso natale roveretano – per il suo presepe “finto transgender”. Se manichino Giuseppe e manichino Maria avessero scatenato le ire dei bacchettoni, quella messa in scena arrabattata avrebbe forse avuto un senso.

 

Ma la natività carolliana ha prodotto solo le braccia allargate dei tanti che ancora non danno per persi buonsenso e decoro. L’arte può essere anche un pugno in faccia. Ma non può essere indecenza creativa e ridicola improvvisazione.

 

Con questi presupposti un eventuale Natale di Trento firmato Carollo è nella storia prima ancora di andare in scena. L’uomo – si sa - tende ad esagerare. Trento è più grande di Rovereto e quindi il programma dovrebbe giocoforza dilatarsi in un’iperbole. Ce lo immaginiamo il cartellone. Carollo farà tornare in vita i Beatles, (compresi Lennon e Harrison?). Carollo porterà gli U2, gli U3 e gli U4. Mina sbucherà dai merli di Piazza Fiera gorgheggiando il suo ritorno in scena. I Pink Floyd – morti compresi – replicheranno il concerto di Venezia in riva all’Adige?

 

Le bancarelle natalizie? Roba antica. Carollo è oltre. Ogni bancarella sarà una postazione per dee jay? Carollo ha mille pseudonimi. È ubiquo. Una sola consolle non gli basta mica. Ai commercianti l’Agoispirato prometterà guadagni enormi. Come non credergli di fronte all’ipotesi dai Coldplay che cantano davanti al Torrione? Ok, l'idea a qualcuno potrà anche far sorridere ma l’amministrazione di Trento è bene stia sveglia. È meglio che si assuma senza tema la responsabilità di un “no grazie”. Un no subito, ora: elegante ma chiaro e fermo. Ed è bene che sia blindata dai cavilli che scavillano e lineare nelle sue procedure e modalità di assegnazione. Costi quel che costi. Costerà sempre meno del sopportare uno zampognaro che gira tra le bancarelle a petto nudo in stile Ibiza. 

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