Governo, opzioni ridotte al lumicino. O rientra Renzi o passa lo schema Di Battista-Travaglio-D'Alema con Berlusconi
Dal 1999 collabora al quotidiano Alto Adige per il quale ha curato per anni la rubrica settimanale di enogastronomia. Ha scritto per mensili e riviste tra cui l’Espresso e la guida ai Ristoranti d’Italia, la guida “Osterie d’Italia”, “Locande d’Italia” di Slow Food oltre a “Bar d’Italia” del Gambero Rosso
Al Voto! Al voto! A questo punto al Pd di Zingaretti converrebbe davvero andare al voto. Almeno per salvare la faccia. Per i grillini che di facce ne hanno almeno due o tre, forse questo sarebbe il problema minore. Rimarrà negli annali la stizza con cui il segretario del Partito Democratico conclude la conferenza stampa del primo giro di consultazioni senza accettare domande dopo aver comunicato di aver chiesto di dare il reincarico a Giuseppe Conte.
Renzi, invece, come nei suoi momenti migliori, è apparso perfettamente a suo agio con il pallino del gioco tra le mani. Abile nel misurare le parole ed efficace nel mandare i giusti messaggi alla stampa e al Presidente della Repubblica cui aveva chiesto di procedere, prima dell’incarico vero e proprio con un mandato esplorativo (Fico?). Capace, persino, a tratti, di contenere il suo insopportabile piagnisteo autoreferenziale (qui i suoi dettatori hanno perfettamente ragione: tremendo, sembra Pannella).
A questo punto a Renzi, infatti, rimane solo da decidere se vincere diventando il deus ex Machina di un Conte Ter, o stravincere, ottenendo un governo di alto profilo istituzionale. Per i suoi nemici (perché di avversari ormai non è possibile parlare) le opzioni che escludono Italia Viva sono ridotte al lumicino: proseguire con la farsa dei “Costruttori” dissanguandosi per offrire componenti e poltrone al neonato gruppo degli “Europeisti” o lo schema di Di Battista-Travaglio-D’Alema, aprire a Forza Italia (meglio Berlusconi di Renzi secondo lo statista di Roma Nord). L’apoteosi. Il trionfo del trasformismo. Da sbellicarsi dalle risate per i prossimi 10 anni anche se da ridere c'è ben poco, purtroppo, visto il momento.
Unica altra opzione in campo, oltre che eliminare (non fisicamente, certo) Renzi dalla scena politica con scandali e scandaletti, inchieste giudiziarie farlocche come avvenuto fino ad ora è andare alle elezioni, in un cupio dissolvi da fine del mondo. La bella morte del centrosinistra che sta balenando nella mente obnubilata di molti. Lo schema antirenziano del Pd dopo il Papeete. Ma una via stretta, anzi strettissima.
Oltre alla certezza quasi matematica di dare la vittoria a Salvini, i tempi sarebbero strettissimi. A giugno infatti scatta il Semestre Bianco e non si vota. Entro aprile poi bisognerebbe consegnare il Recovery Plan, che scopriamo ogni giorno, è tuttora incompleto. A farlo inoltre non sarebbe questo ma un governo tecnico, che dovrebbe fare persino le cose perbene. Ma il maggior inconveniente è che, quasi certamente, il partito di Renzi, in campagna elettorale, con la garanzia persino della par condicio dell’Informazione, a tenersi bassi, raddoppierebbe i voti.