Conte, "forse la farsa è finita". Il futuro? Un "governo Ursula" guidato da Mario Draghi
Dal 1999 collabora al quotidiano Alto Adige per il quale ha curato per anni la rubrica settimanale di enogastronomia. Ha scritto per mensili e riviste tra cui l’Espresso e la guida ai Ristoranti d’Italia, la guida “Osterie d’Italia”, “Locande d’Italia” di Slow Food oltre a “Bar d’Italia” del Gambero Rosso
Nonostante la militarizzazione dell’informazione da parte del M5S, come forse neanche Berlusconi aveva osato fare con giornalisti sguinzagliati a coprire tutto lo scibile dei media in un unico insopportabile peana pro Conte, la farsa forse è finita.
Dopo rinvii e tentennamenti il signor “Uno, nessuno e centomila" - la definizione di Signor Nessuno data da Ernesto Galli della Loggia in un duro e sprezzante editoriale ci sembra ingenerosa e riduttiva per un personaggio pirandelliano come il PdC Giuseppe Conte - dovrebbe rassegnare le dimissioni e, se Dio vuole, sbloccare la crisi di governo strisciante.
Se non ora quando? È infatti l’opinione diffusa tra chi non si piega alla logica dell’informazione settaria ed emotiva. Lo scenario dei prossimi mesi da paura. L’Inps dichiara un buco si 16 miliardi di Euro che mette in forse pagamenti di prestazioni sociali e pensioni. A Roma le metropolitane ABC rischiano la chiusura a causa del fallimento di Atac. La Lombardia sembra al collasso, il Veneto allo sbando.
Un Governo Ursula, come lo definiscono ora anche i grillini più oltranzisti, allargato a un campo ampio dell’arco costituzionale appare l’unica soluzione per evitare il collasso del Paese. A guidarlo dovrebbe essere una figura dal profilo istituzionale altissimo e una credibilità internazionale indiscutibile. Come Mario Draghi.