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''Zehnhof'' di Roverè della Luna, poche vendemmie (dal 2019) ma grandi scoperte: il Traminer della famiglia Rossi i è da ''10+''

Vigneti rigogliosi, adagiati sul conoide di Roverè, ansa per certi versi ‘lunatica’ sulla sponda destra dell’Adige. Viti di varietà prettamente ‘roverelane’, e quindi Pinot grigio, Traminer e il rosso Lagrein. Tre vitigni conosciutissimi e che la famiglia di Giacomo Rossi ha subito interpretato al meglio
DAL BLOG
Di Ades, by Nereo Pederzolli - 15 novembre 2021

Cercherò di stuzzicare curiosità e piacevolezze. Lasciando sempre spazio nel bicchiere alla fantasia

Nome tutto tedesco per una piccola azienda vitivinicola che orgogliosamente si definisce trentina. E’ la cantina Zehnhof di Roverè della Luna, zona sempre più cerniera enologica tra Trentino e il contiguo Alto Adige. Nome in lingua tedesca per rilanciare il fascino dell’ubicazione, un ‘Maso del Dieci’ - questa la traduzione - che nel giro di poche vendemmie ( operativo dal 2019 ) è riuscito a farsi notare anzitutto nel Campo Rotaliano, vicinissima area viticola, forse la più importante del Trentino.

 

Zehnhof, fondato dalla famiglia di Giacomo Rossi per ‘dare un simbolico 10+’ alla sua lunga esperienza viticola. Operatività e lungimiranza, con i due giovani figli Riccardo ed Elisabetta a fianco di papà Giacomo. Vigneti rigogliosi, adagiati sul conoide di Roverè, ansa per certi versi ‘lunatica’ sulla sponda destra dell’Adige. Viti di varietà prettamente ‘roverelane’, e quindi Pinot grigio, Traminer e il rosso Lagrein. Tre vitigni conosciutissimi e che la famiglia di Giacomo Rossi ha subito interpretato al meglio.

 

Vini Trentino DOC che stimolano a cercare il piacere di una degustazione leggera, l’agilità del sorso, la sua lunghezza sensoriale e non la corroborante piena persistenza. Insomma, cercare l’emozione. Che nei tre vini con questa nuova ‘griffe’ certo non mancano. Per capirli basta avere l’approccio sincero, assaggiare senza preconcetti o cercare nel vino rituali tecnicismi, tra roboanti encomi e altrettanti gorgoglii, pure di parole e aggettivi sempre più ricercati. Gustare l’energia, la vitalità, pure la schietta semplicità, quella che in molti vini stenta ad emergere. In questi non è così.

 

Se il Pinot grigio Lammer ha la sua marcata eleganza gustativa - ‘peroso’, come impone il carattere stesso del vitigno - è nel Traminer aromatico Pradèt che meglio s’intravvede il percorso enologico imboccato dai Rossi. Ha l’inconfondibile timbro fragrante e nel contempo lascia spazio alla croccantezza della beva, per un bianco che dimostra la possibilità di sfidare pure qualche giusta stagione di riposo, per bevute rimandate nel tempo. Ed ecco il Laiten, le uve Lagrein che maturano sulle irti ‘Leitn’ - come originariamente si definivano i terreni dove i filari che tracciavano il pendio - raccolte con sagacia, vinificazione accurata e successivo paziente affinamento in piccole botti di legno. Rosso in perfetto equilibrio tra potenza e gentilezza, proprio come dovrebbero essere i vini più sinceri, assolutamente ‘non ruffiani’, scevri nell’ostentare opulenza o grazia spesso basata solo sull’apparenza.

 

Il tutto per proporre vini espressioni del territorio dove nascono. Rispettosi dell’habitat. Non a caso l’azienda aderisce al Progetto Trentino Tree Agreemen, nato per ripristinare il patrimonio boschivo devastato dalla Tempesta Vaia: per ogni bottiglia acquistata Zehnhof donerà 1 euro al progetto ambientalista. Intraprendenza e ulteriore spinta all’innovazione che l’azienda intende portare avanti anche con uno spumante classico appena ‘incantinato’, pronto tra qualche stagione, una ‘bollicina’ stile Trento DOC a base prevalentemente di Pinot nero. Per esaltare il fascino di una Roverè che con il vino buono guarda alla luna.

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