Una proposta che unisce l'eleganza del ristorante all'estro di un giovane cuoco, c'è una novità al Lido Palace Hotel di Riva del Garda
Cercherò di stuzzicare curiosità e piacevolezze. Lasciando sempre spazio nel bicchiere alla fantasia
Esclusività aperta, per una sosta gastronomica che concilia l’eleganza del ristorante con l’estro del giovano cuoco e un progetto culinario tra memoria gustativa con altrettanti stimoli sensoriali. Un soffio di novità nel panorama della ristorazione più creativa del Trentino. E’ ‘Zefiro’, spazio mirabilmente allestito sulla veranda davanti al lago dal Lido Palace Hotel di Riva del Garda.
Proposta decisamente articolata, la qualità in ogni dettaglio. Partendo dall’arredo del fascinoso terrazzo prospicente il golfo rivano del grande lago, tavoli sistemati tra pareti trasformate in un giardino verticale, dettagli essenziali quanto esclusivi. Per certi versi accarezzati dalla brezza che giunge sulla veranda, vento benefico che non a caso sigilla il nome del ristorante. Lo rimarca la citazione che campeggia sul menù: ‘Zefiro torna, e ‘l bel tempo rimena’, rima del sommo Petrarca, volutamente ostentata dalla vulcanica Vanessa Negri, imprenditrice turistica "anima" del fascinoso Lido Palace Hotel, coadiuvata da uno staff di giovani, sia in sala come ai fornelli, decisi a rendere speciale ogni portata. Con Stefano Rossi - trentenne chef trentino con importanti esperienze maturate in locali pluristellati - alla regia e direzione di una brigata di cucina con una quindicina di promettenti assistenti.
Le portate ricalcano valori culturali, storici, della cucina trentina, con precise divagazioni creative. Decisamente accattivanti nella loro sequenza piatti che valorizzano ingredienti rigorosamente stagionali, quelli delle colture orticole locali, pure il pescato lacustre e il recupero da una pietanza legata al Concilio di Trento: quel ‘Baccalà e polenta’ giustamente chiamato ‘dal 1545’. Che Stefano Rossi rilancia guarnendo il piatto con un lezioso tocco di oro commestibile e un cucchiaino di caviale.
E ancora, una sequenza da scegliere tra la quindicina di piatti presenti sulla carta delle vivande, con tagli di carne decisamente esclusivi - il manzo Wagyu, razza originaria giapponese, animale però allevato sull’altopiano del Renon - cucinata con porri, sambuco e pinoli.
Ogni piatto ha una sua speciale scenografia, a prescindere dalla semplicità di un classico risotto con piselli, rafano, menta e latticello. Oppure Ravioli, rucola, coniglio e spuma di Trentodoc. Senza tralasciare una portata con Trota, salsa alla mugnaia, aglio fermentato e miglio.
Tra i dolci, originale quello a base di carote, nocciole e caramello salato. Immancabile selezione di formaggi e una lista vini da scegliere tra le oltre mille etichette custodite nella cantina - altrettanto scenografica - del Lido Palace.
Esclusività senza alcuna ostentazione, con menù degustazione attorno ai 100 euro, pienamente in sintonia con la ‘location’ e specialmente per la maestrìa e assoluta qualità delle pietanze.