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Trento Doc Festival, ecco il Monsieur Martis, spumante scaturito dall’intuizione e dalla filosofia produttiva di Antonio Stelzer

DAL BLOG
Di Ades, by Nereo Pederzolli - 05 ottobre 2022

Cercherò di stuzzicare curiosità e piacevolezze. Lasciando sempre spazio nel bicchiere alla fantasia

Insolito, per certi versi unico. Decisamente prototipo e inconsueto nel panorama delle "bollicine" trentine, uno spumante che caratterizza i legami con Trento, indipendentemente dalla denominazione del Festival di questi giorni. Perché è davvero un "signor spumante" elaborato con consueta maestria dalla famiglia Stelzer, nella loro solatia azienda vitivinicola di Maso Martis, sulla collina che dalla città porta al Calisio. 

 

Raro, ma non impossibile. Scaturito dall’intuizione di Antonio Stelzer che ha voluto "riservarsi" uno spumante perfettamente in sintonia con la sua filosofia produttiva, con i dettami della miglior tecnica enologica e - dato non marginale - pure con la tipologia delle uve usate nella speciale cuvée.  Lo si capisce dal nome: Monsieur Martis. Come dire "il mio spumante", diverso e con una personalità che si distingue dall’altro oramai blasonato Madame Martis, legato alla gentilezza di Roberta, moglie di Antonio e competente attivista nella pattuglia dei più autorevoli esponenti della spumantistica, non solo trentina.

 

Deriva dalle trentennali esperienze vitivinicole della famiglia Stelzer e dalla - per certi versi curiosa, sicuramente insolita - coltivazione di una varietà di vite poco conosciuta anche in Champagne: il Meunier. 

 

Vitigno da una variazione di Pinot, diverso da quello a bacca scura, ma anche dalle varianti del Pinot bianco (Chardonnay compreso) e del diffuso Pinot grigio. Si chiama Meunier in quanto i chicchi dell’uva sono più scuri del tradizionale color oro, quasi ramati, ma i grappoli hanno l’ulteriore particolarità di avere le foglie che sembrano spruzzate con farina bianca, proprio come quella prodotta nei mulini del grano dai bravi mugnai (in francese: meunier).

 

La conduzione dei vigneti di questa dinastia sulle rampe calisiane di Martignano è impostata al biologico, mirata prettamente alle "bollicine di montagna"; in azienda operano le giovane figlie degli Stelzer, Alessandra e Maddalena, coadiuvate da uno staff enologico di prim’ordine. Con l’impegno deciso di Matteo Ferrari.

 

Ma come si presenta questo Monsieur Martis, che in etichetta campeggia pure il rafforzativo Rosè di Noir? Indubbiamente ha il fascino dell’esclusività senza essere saccente o presuntuoso. Merito dell’accorta vinificazione e dell’altrettanta cura viticola, per dimostrare con Trento possa essere una fucina di tradizione spumantistica e altrettanta sperimentazione. Sfruttando anche il Meunier, tipologia usata con molta parsimonia anche dai "chef de Cave" francesi più rinomati. La ‘presa di spuma’ avviene con un lentissimo affinamento sui lieviti, bottiglie lasciate riposare per una cinquantina di mesi prima di essere "sboccate".

 

Nel calice entra con grinta, sia nella dinamicità del brio come nella sua colorita indole, leggermente rosacea, tenue e accattivante. Richiama al naso fresche note di ribes con un fascinoso tocco nervoso del lampone. Nel bicchiere si staglia luminoso, cangiante nei riflessi ramati, per un sorso ricco, pieno, per certi versi burroso, sapori di frutta candita, tra zenzero e una seducente sapidità. Che ne esalta il carattere, allungando la beva, avvolgente e fine, con la classica snella cremosità. Orgoglio e vanto indiscutibile di un Trento davvero Doc. Appunto, un ‘signor vino’ che sarà capace di soddisfare i curiosi più esigenti.

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