L'ultimo arrivo tra i TrentoDoc è di Maso Salim con la cantina inserita nella roccia e una tecnologia avanzata nella tradizione delle Dolomiti
Cercherò di stuzzicare curiosità e piacevolezze. Lasciando sempre spazio nel bicchiere alla fantasia
Il traguardo dei 70 soci è imminente, dimostrando l’esponenziale crescita di quanti puntano sulle "bollicine d’autore" marchiate con il rafforzativo Trentodoc. Evoluzione in tutti i sensi, anzitutto qualitativa. Del resto sotto l’egida dell’Istituto di tutela le bollicine made in Trentino confermano lo slogan "quando la montagna diventa perlage".
Per una gioia vinosa, inno alla rinascita per una giusta bramosia. Il riscontro è tangibile nell’ultimo nato - in termini di adesione - presentato da un’azienda incastonata tra le colline dell’Alto Garda e la valle dei Laghi: è il Trentodoc Extra Brut Maso Salim, vanto della famiglia Bortolotti di Drena, tre fratelli - Angelo, Matteo e Raffaello - imprenditori edili con una precisa vocazione vitivinicola. Specialmente Angelo e suo figlio Pietro, decisi a trasformare i loro poderi vitati sulle alte colline verso il Garda in una singolare area per la spumantistica. Puntando al futuro, intraprendendo un dialogo ravvicinato quanto dinamico tra natura e storia, tra habitat e consuetudini autenticamente gardesane.
Valorizzando le potenzialità viticole, la bravura del vignaiolo e del chef de cave - l’esperto Massimo Azzolini, enologo trentino tra i più competenti nel settore delle "bollicine" - senza tralasciare l’aspetto estetico. La cantina: totalmente inserita nella roccia, struttura esterna di design, progettata da Claudia Bonora, moglie di Angelo, nonché mamma di Pietro Bortolotti, giovane laureando in ingegneria e pronto a cimentarsi (come custode, interprete e imprenditore) con la spumantistica classica marcatamente trentina.
La cantina è quanto di più razionale si possa pensare, con una tecnologia avanzata, per certi versi futuribile, ma che nulla toglie all’indole della tradizione dolomitica. In questa vigilia di Vinitaly i Bortolotti di Maso Salim hanno presentato il loro - per certi versi noveau - Extra Brut, qualche migliaio di bottiglie, decisamente accattivante, uve Chardonnay in purezza.
Carattere intrigante, percepito già dai riflessi dorati, con un profilo esaltante e vinoso, con note di zenzero, la setosità della mela croccante, tra richiami di tino e fragranze d’erbe aromatiche quali timo e il biancospino, piante spontanee presenti sulle pendici di Drena, il lago di Garda sullo sfondo. Ben strutturata la beva, sorso materico, gentile nella sua potenza, teso e affilato, sensazioni sapide e una grinta che scandisce il passo, ritmo scattante nella sua flessuosa agilità gusto/olfattiva.
Come dire: un Trentodoc che promette un gran bene. In attesa che tra qualche stagione escano dal caveau di Maso Salim altre due versioni di spumante (attorno a 20 mila esemplari compressivi) per sicure prossime degustazioni.