Le Cantine Ferrari omaggiano il capostipite Bruno Lunelli con un vino esclusivo e una bottiglia radicalmente diversa
Cercherò di stuzzicare curiosità e piacevolezze. Lasciando sempre spazio nel bicchiere alla fantasia
Il prezzo, decisamente elevato: 520 Euro a bottiglia, non deve suggerire boriosi commenti. Perché l’ultima creazione di Casa Ferrari è uno spumante che si confronta col mondo e che non solo rilancia il sogno più esclusivo legato alla briosità del vino: entra nell’olimpo stesso del bere vivace. Perché frutto di una sperimentazione spumantistica che ha rari, rarissimi concorrenti.
Merito della maison della famiglia Lunelli - lo spumante in questione è dedicato a Bruno Lunelli, l’uomo che nel 1952 acquistò l’allora piccola cantina di Giulio Ferrari, coinvolgendolo nel rilancio di tutto quanto a Trento ruotava attorno le ‘bollicine d’autore’ - che in questi giorni propone una riserva 2006, inimitabile, assolutamente intrigante. Che rende onore al vino, rilanciandolo come una sorta di mito.
Sicuramente lo spumante classico più caro d’Italia, un Trento Doc che farà scuola non solo per l’esclusività del prezzo (è proposto in soli 6.891 esemplari a partire da oggi 14 novembre, anzitutto ai membri del Club Collezionisti Giulio Ferrari) ma anche per la sua monumentale identità.
Talmente insolito che pure la bottiglia è radicalmente diversa: ha il fondo sporgente, impossibile tenerla in verticale e dunque ha bisogno di un meritato riposo nel secchiello del ghiaccio. Una veste altrettanto selettiva, proposta pure (stando alle immagini fornite alla stampa) in una custodia per 6 bottiglie, cofanetto in legno altrettanto elitario.
Il prezzo per questa esclusività briosa è in piena sintonia con le proposte enoiche più ricercate. Addirittura - e questa non è una provocazione - è un prezzo basso. Proprio così.
Ci sono blasonate maison di champagne che propongono normali bottiglie mediamente a 350 Euro, mentre altre proposte si stabilizzano attorno a mille e 500 euro ad esemplare, con qualche ‘speciale edizione’ che raggiungono prezzi di alcune decina di migliaia di euro.
Se si confrontano i prezzi sul borsalino dei vini, è facile notare come certi magnum di Barolo viaggiano attorno ai 2 mila euro. Senza contare i celeberrimi vini di Borgogna. Nel borsalino s’attestano sui 23 mila 820 euro a bottiglia.
Ecco allora che il Bruno Lunelli 2006 è perfettamente nella scia dei vini da sogno per nulla impossibili. Lo stabilisce il mercato, la bramosia di una schiera di sicuramente facoltosi bevitori. Curiosi - beati loro - di mettere nel calice l’essenza di un vino decisamente di Trento. Progettato, accudito e curato in ogni sua evoluzione da un vero ‘Maestro di cantina’: Ruben Larentis, da quasi trent’anni in azione nei caveau di Casa Ferrari. Che adesso propone uno super spumante.
Il Bruno ricorda il Giulio, ovviamente. Per questioni di stile e per cipiglio tipicamente ferrarista. Vibrante, in tutto e per tutto. In attesa di poterlo degustare in una meticolosa sessione d’assaggio, ecco come viene presentato dai Lunelli; di un’intensa tonalità dorata e dal perlage fine, la Riserva offre al naso un perfetto equilibrio tra note tostate, saline e speziate. A queste seguono sentori di frutta gialla, agrumi, canditi, spunti di zafferano, anice e mela cotogna. E ancora, senza sosta, si percepiscono zenzero, curcuma, accenni finali resinosi e balsamici, per un bouquet di grande complessità e profondità. Ampio e leggero al sorso, ma anche di grande ricchezza e armonia, chiude in un finale persistente, equilibrato, preciso e intenso.