In casa Trentodoc arriva Felsen spumante classico dal gusto “Rock”
Cercherò di stuzzicare curiosità e piacevolezze. Lasciando sempre spazio nel bicchiere alla fantasia
La vivacità dello spumante è in piena sintonia con il brio delle iniziative di tanti vignaioli, cantinieri, imprenditori del mondo enologico dolomitico. Tutti alle prese con progetti di specifici Trentodoc, vale a dire ‘bollicine di montagna’ prodotte con la classica - e lenta - rifermentazione in bottiglia. Iniziative dunque spumeggianti, in un crescendo di proposte e presentazioni.
Tra le recentissime nuove ‘maison’ che scommettono sul fascino del Trentodoc - distinguendosi tra gli oltre 11 milioni di bottiglie di spumante classico elaborato in Trentino - ecco Felsen, un Brut millesimato 2014 blanc de blancs (dunque solo da uve chardonnay) decisamente intrigante. A partire dal nome: Felsen cioè roccia. Chiamato così per rispettare l’identità del paesaggio dove la vite sfida le rocce più ardite, recuperando nel nome timbri fonetici di storici contadini. Quanti tra le Dolomiti scandivano ‘felsen’ per raccontare la storia della loro terra, per forgiare il carattere, delle persone come dell’habitat, in una stimolante condivisione enologica.
Il promotore è Luciano Rappo, istrionico quanto indomito ‘cacciatore di vini’, pluriennali esperienze in tutto quanto la degustazione è legata a meticolose spiegazioni, lezioni di gusto, per capire valori, non solo sapori.
Ha coinvolto alcuni amici - Chef de Cave Gianni Gasperi - autorevoli esponenti dell’imprenditoria enoica trentina con esperienze, ruoli e strategie diverse, accomunati dalla medesima passione: rilanciare il fascino del vino brioso. Specialmente ‘del Felsen, il loro vino vivace’.
Spumante classico d’alta quota, minuziosamente elaborato da un team che ama le sfide, l’onore di racchiudere in bottiglia (qualche migliaio di esemplari) un audace progetto enoico che punta anzitutto alla bellezza oltre che alla gioiosa personalità di un vino garanzia di golosità, leggerezza e giusti pensieri.
Oro cristallino nella sua veste cangiante, fruttati timbri armonici di bergamotto e cedro, in bocca è gustoso, evidenzia i pregi della frutta esotica e la succulenza della crema pasticcera, per un finale leggiadro, di coinvolgente finezza aromatica. Caratteri saldamente ancorati alla sua struttura rocciosa, ma non per questo meno affascinante.
Del resto Felsen si può tradurre anche in rock. Sicuramente questo Trentodoc ha l’effervescenza rock. Nel nome e nello stile, per il ritmo stesso della sua effervescenza. E ancora: rock perché trasmette buone vibrazioni. Scandite con il ritmo del cuore.
‘Bollicine’ ancorate all’identità del paesaggio dove nascono - la Valle di Cembra - e temprate da una equipe decisa a consolidare l’incantesimo del ‘vivace’ dolomitico, anzitutto trentino. Legami e sfide sulla scia che richiama una canzone dei Led Zeppelin: essere roccia. Altro che un sasso che rotola.