Il vino di domani? "Deve onorare anche la bellezza". Alla scrittrice trentina Sara Segantin il Premio Masi: "L'innovazione nella viticoltura deve essere reale"
Cercherò di stuzzicare curiosità e piacevolezze. Lasciando sempre spazio nel bicchiere alla fantasia
Il vino del domani deve onorare anche la bellezza. E farlo rispettando il comparto vitivinicolo tra tutela culturale e slancio socio-economico. In un rapporto dove il valore del vino esula dal fatturato delle canine, ma chiama il consumatore a essere pure "attore" di buone pratiche di vita.
La 43esima edizione del Premio Masi - storica cantina dell’Amarone della Valpolicella, operativa anche in Trentino con i Conti Bossi Fedrigotti - ha scelto per tema ‘Il Circolo Virtuoso della Bellezza’, coinvolgendo le più autorevoli personalità della cultura enoica, non solo italiana.
Cinque i premiati, tutti legati ai valori del vino e della civiltà veneta, per rinsaldare il legame territoriale con la Masi e quanti diffondono arti, tecniche, comunicazioni o metodologie legate al vino. Con opere di solidarietà, nel rispetto dei valori, bisogni e aspirazioni di quanti non solo curano la vite, ma contribuiscono a migliorare la qualità stessa della vita.
Ecco allora la firma sulla possente botte che suggella il Premio siglata da Riccardo Illy, imprenditore triestino, Arcangelo Sassolino, scultore vicentino, Donatella Cinelli Colombini, attivista nei movimenti culturali vitivinicoli, Sara Segantin, trentina, scrittrice e militante ambientalista, e l’ulteriore simbolica firma per onorare l’Opera Don Calabria, multinazionale dell’aiuto ai più bisognosi in tutti i continenti.
Cinque personaggi d’assoluta autorevolezza, che trasferiscono nel vino il sentimento sincero legato al consumo responsabile del nettare di Bacco.
Particolarmente apprezzato il commento della giovane Sara Segantin. “Sono grata di ricevere questo premio e auspico che la mia presenza possa accompagnare un percorso concreto e misurabile verso un modello rigenerativo di fare cultura ed economia, qui e nel resto del Paese. Le sfide epocali di oggi ci impongono di camminare insieme, andando al di là di pregiudizi e superando le contraddizioni con responsabilità, trasparenza ed efficacia. Piena disponibilità per un cammino che ci porti a una reale innovazione produttiva e quindi culturale, basate su una relazione costruttiva e rispettosa fra noi e il mondo che ci circonda. Costruiamola nei fatti, sarà vera bellezza”.
Premio Masi che spinge a confrontarci in maniera diversa nei confronti dei consumi, non solo quelli prettamente legati al vino. Ci sprona a guardare con occhi diversi quello che normalmente consumiamo, spesso sbadatamente, senza onorare l’aspetto più sincero, il sapere oltre la caratteristica organolettica di un vino.
Senza mai perdere la curiosità, cercando prodotti di massima trasparenza e ottenuti per essere versatili, svincolati da canoni stereotipati. La storia dell’evoluzione del vino è frutto d’incontro e di scambio, fenomeno inarrestabile. Lo conferma pure il concetto di "tradizione", quella che al Premio Masi viene sempre citata "in divenire". Tradizione, che non vuole emarginare il discorso sulla modernità del vino, ma renderlo dinamico, culturalmente più coinvolgente, per certi versi futuribile.