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Il Dolomis, Trentodoc ‘plasmato dalla roccia’, novità assoluta che si rivela portentosa

Massimo Pradella, Marco Debiasi e Vittorio Marangoni hanno basato il loro progetto sui vigneti del versante solatio del Dòs San Rocco, uno dei tre colli che caratterizzano e indicano come ‘Tridentum’ la città di Trento. Spumante di montagna, nome compreso matura per almeno 3 anni sui lieviti e il risultato è per certi versi spettacolare, quasi come un'alba dolomitica
DAL BLOG
Di Ades, by Nereo Pederzolli - 03 novembre 2021

Cercherò di stuzzicare curiosità e piacevolezze. Lasciando sempre spazio nel bicchiere alla fantasia

Bollicine bramate, bollicine per rilanciare il fascino dello spumante, il vino della leggerezza e della leggiadria. Talmente intriganti da spingere continue iniziative di ‘tiraggio’ come in sintesi si definisce la produzione di briosi ‘metodo classico’. Con il Trentino che può vantare ultrasecolare esperienza, legando al ‘vivace’ sia il nome della città - la DOC infatti è semplicemente ‘Trento’ - che il rafforzativo Trentodoc, tutta una parola, progetto di custodia e promozione dell’apposito Istituto di tutela. Spumanti superpremiati in ogni concorso, anche e specialmente a livello internazionale. Merito del cipiglio produttivo dei ‘maestri di caneva’, della vocazione delle colture, del legame inscindibile con il territorio trentino.

 

Ben 61 le aziende che hanno finora aderito al rafforzativo di tutela, mentre almeno altre 25 hanno preferito usare semplicemente l’indicazione dokkista di ‘Trento’. Insomma, vivacità non solo vinaria, pure imprenditoriale. Con una schiera di aziende - alcune ‘in trasferta’ dal vicino Alto Adige - pronte a presentare per Natale le loro elaborazioni spumantistiche. Tra le novità assolute ecco il Dolomis, un Trentodoc Brut Nature Riserva 2017, appena proposto in anteprima in una villa a sud di Trento, poco distante dai vigneti dove sono coltivate le uve Chardonnay che determinano questo ultimo nato della diversificata famiglia ‘trentodokkista’.

 

Nasce dalla passione per il vino e per le sfide più intriganti di tre amici, nonché giovani imprenditori trentini: Massimo Pradella, Marco Debiasi e Vittorio Marangoni. Nessuno dei tre ha specifici legami con pratiche di vitivinicoltura. Tutti hanno però basato il loro progetto sui vigneti del versante solatio del Dòs San Rocco, uno dei tre colli che caratterizzano ( con il Verruca Dòs Trento e il Sant’Agata, sopra Povo ) e indicano come ‘Tridentum’ la città di Trento. Marco Debiasi di Debiasi Costruzioni, Vittorio Marangoni di Marangoni S.p.A. e Massimo Pradella, Sales Director di Modefinance. La sede operativa a Rovereto.

 

 

Il tutto per dar vita a ‘Dolomis’, spumante classico ‘plasmato dalla roccia’. Questo quanto si legge sulla bottiglia, elegantemente vestita, con un raffinato packaging che richiama la roccia sia negli spigoli della custodia in cartone come sull’etichetta, impreziosita di vera polvere di dolomia. Nome mitico, il fascino delle vette per rilanciare la gioiosità del sorso. Spumante di montagna, nome compreso. Matura per almeno 3 anni sui lieviti, per esprimere tutto il suo potenziale.

Colore e impatto olfattivo richiamano immediatamente la suadenza del vitigno che lo genera, chardonnay, uve ottimamente curate, per imprimere al Dolomis un carattere austero e nel contempo gioviale.

 

Cristallino nella sua solarità, timbri agrumati, come impone la consuetudine, ma si rivela portentoso. Inizia quasi in sordina, leggermente defilato, per poi incalzare con sentori di pepe bianco, il burro di malga, nuances avvolgenti quanto variegate; poi al palato incalza con una sapida profondità, incisivo, assolutamente affilato, per una godibilissima scorrevolezza e un finale altrettanto energico, per certi versi spettacolare, quasi come l’alba di uno scorcio dolomitico.

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