Contenuto sponsorizzato

Guide del vino, c'è un rosso trentino che mette tutti d'accordo e poi le bollicine e alcune sorprese: dal San Leonardo ad Abate Nero, da Moser a Nicola Biasi tutti i top della stagione

DAL BLOG
Di Ades, by Nereo Pederzolli - 30 September 2024

Cercherò di stuzzicare curiosità e piacevolezze. Lasciando sempre spazio nel bicchiere alla fantasia

Ottobre, tempo di guide enologiche, per giudizi che esaltano vini sopraffini senza tralasciare menzioni al bere quotidiano. Vini abbinati a simboli più o meno iconici, tra 3Bicchieri, chiocciole slow, facce sorridenti di capziosi giudici, in attesa di altri grappoli dei sommelier, corone e altri enoemblemi. Il tutto tra comparazioni decisamente contradditorie, dimenticanze ( escamotage per non stroncare l’operato della cantina ) e una serie di giudizi strampalati. Solo pochi vini mettono tutti d’accordo.

 

Scorrendo i poderosi elenchi delle guide ritenute bibbie del vino, subito una constatazione: Trentino imbattibile con gli spumanti, mentre l’Alto Adige stravince con i vini della tradizione.

 

22 i vini Alto Adige Doc con 3 Bicchieri; solo 4 i ‘fermi’ del Trentino. Bolzano riesce a farlo sfruttando una consolidata fama, frutto di precisi legami con la specificità territoriale, con la bravura dei ‘Kellermaister’ e il ruolo corale delle cantine, indipendente se ‘sociali’ o microscopiche aziende vitivinicole. Subito altre conferme. C’è solo un vino del Trentino Alto Adige che finora mette tutti d’accordo: è il San Leonardo 2019 dei Marchesi Guerrieri Gonzaga di Borghetto d’Avio. Vino dolomitico (non un Doc Trentino, ma Vigneti delle Dolomiti, Igt indicazione geografica tipica) talmente autorevole che si può tranquillamente definire con solo 6 lettere: mitico.

 

Ha ottenuto i 3Bicchieri, il plauso di Slow Wine e ben 99/100 da Daniele Cernilli alias Doctorwine, il guru già fondatore nel 1988 del Gambero Rosso e da 11 editore della Guida Essenziale ai vini d’Italia, appena presentata a Milano. Dopo il portentoso San Leonardo - rosso di stampo bordolese - si possono collocare sul podio, ma non sul più alto, alcuni vini della regione dolomitica. In primis il Trentodoc Extra Brut Ferrari Riserva Bruno Lunelli 2016, più osannato del famoso Giulio Ferrari, seppur saldamente tra gli spumanti in gran spolvero.

 

Quest’anno Lucia Letrari non ha ottenuto però il gradimento del Gambero Rosso e non riesce a rimanere sul gradino più alto del metaforico podio, conquistando comunque una medaglia d’argento per i giudizi di tutte le altre guide con il suo Trentodoc Riserva del Fondatore 976, spumante di grazia, l’irruenza domata dal tocco gentile di una elaborazione assolutamente eccellente. Medesima considerazione per le bollicine di Maso Martis, forse rimaste ‘in panchina’ solo per questioni legate all’andamento vendemmiale, che ha consentito di elaborare solo poche migliaia di bottiglie, ricercate comunque per la loro rarità e altrettanta esclusiva qualità.

 

Pure Abate Nero non riesce a scalare tutte le classifiche, come giustamente meriterebbe, data l’incredibile potenza di alcune loro cuvèe di recente sboccatura come il Rosè 2009. Podio enoico dunque con altri saliscendi. Saldamente sugli scalini alcune cantine altoatesine, la San Michele d’Appiano grazie al Pinot Nero - novità assoluta per una cantina famosa per i suoi eccezionali vini bianchi - e sempre saldamente ai vertici la Cantina di Termeno, con esclusive interpretazioni di uvaggi da uve a bacca bianca. Onori anche alla Girlan e a quella di Cortaccia. Poi una curiosa quanto significativa constatazione: i vini di Nicola Biasi, l’enologo noneso impegnato nella valorizzazione dei ‘vitigni resistenti’. Il suo Vin de la neu, uve Johanniter vendemmiate quasi a 1000 metri tra i meleti del comune di Predaia.

 

Torniamo alle graduatorie meno appariscenti.

 

In evidenza lo spumante dei Moser, il Teroldego di Giulio De Vescovi, che sono sempre in ‘prima fila’ per tutte le enoguide.

 

Il Gambero Rosso premia alcuni vignaioli semi-sconosciuti (ai consumatori meno attenti) vale a dire il team dello spumante Trentodoc Etyssa (toponimo originario di Adige) e il Teroldego di Francesco Devigili, lasciando comunque spazio alle ‘sociali’, Mezzacorona e Gruppo Cavit, con Cembra che prende il 3Biccchieri. Onora le Resistenti Nicola Biasi, ma tralascia ‘teroldeghisti’ come Foradori, vignaioli come i Cesconi e tanti altri custodi della vite trentina. Questioni editoriali, di legami promozionali o pura casualità? Chissà.

 

Contemporaneamente Slow Wine esalta il ruolo di micro aziende come il Titon dei Micheli di Lona Lases, il Para Se del duo Mos, poi Eugenio Rosi, pure il Dannato, Teroldego dell’azienda Redoldèl. Doctor wine elogia il Groppello di Revò di Lasterosse, pure il Disio, Trentodoc dei Spagnolli, in quel di Covelo di Cimone. Giudizi lusinghieri, però quasi mai complessivamente convergenti. Salvo poche eccezioni. Quelle che abbiamo cercato di sintetizzare in apertura.

Contenuto sponsorizzato
Contenuto sponsorizzato
In evidenza
Sport
22 January - 06:00
Dal sogno alla crisi, la rapida ascesa e il brusco crollo del Valsugana Basket: un’indagine della Guardia di Finanza ha portato a [...]
Montagna
22 January - 08:26
Il giovane era stato salvato dall'amico ma purtroppo non ce l'ha fatta: è morto in ospedale (dove era arrivato in condizioni gravissime)
Cronaca
21 January - 21:06
Ezio Mauro, già direttore di "la Repubblica" e "La Stampa", a 360° su Elon Musk, Trump e Meloni: dal "saluto romano" del [...]
Contenuto sponsorizzato
Contenuto sponsorizzato
Contenuto sponsorizzato