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Affinato per anni sui fondali del Lago di Garda a 40 metri di profondità, ecco Brezza Riva Silente un Trento Doc davvero 'emergente'

DAL BLOG
Di Ades, by Nereo Pederzolli - 21 febbraio 2025

Cercherò di stuzzicare curiosità e piacevolezze. Lasciando sempre spazio nel bicchiere alla fantasia

I riscontri sono tangibili: lo spumante classico trentino è decisamente un vino emergente. Pronto a intraprendere nuove sfide con quasi 60 milioni di bottiglie attualmente ‘stoccate’, vini in affinamento sui lieviti, per future ‘sboccature’ e quindi soddisfare la bramosia dei cultori del bere brioso.

 

Sicuramente emergente è il Brezza Riva Trentodoc, un blanc de blancs del 2018 strategicamente deposto per mesi sul fondale del lago di Garda.

 

Approdo enoico, bottiglie subacquee a 40 metri di profondità, per una plateale elaborazione spumantistica, coniugando legami territoriali - le uve maturano sulla collina di Tenno - tra Cantina Riva e l’attiguo grande specchio d’acqua. Singolare quanto simbolico è pure l’accostamento tra le bollicine custodite nelle bottiglie e le bolle d’aria sprigionate dai sub impegnati nelle varie fasi della sistemazione lacustre, fondale limpido, temperatura costante e il naturale silenzio. Ecco il perché del rafforzativo Silente che si nota sull’etichetta, le bottiglie sistemate sul crinale subacqueo vicino l’imponente statua del Cristo Silente.

 

Un Trentodoc non solo emergente, ma spettacolarmente emerso in una serata di presentazione alla storica Spiaggia degli Ulivi, rievocando la ‘dolce vita rivana’. ''E’ la nostra volontà di spingere sempre più in alto la qualità dei metodi di affinamento, valorizzando il legame con il nostro lago. Spumante Silente, capace di amalgamare tradizione rivierasca e innovazione enologica'', ha spiegato Giorgio Planchestainer, presidente Agraria Riva.

 

L’assaggio incuriosisce, tra richiami fonetici al doveroso silenzio e il sussurrare delle bollicine che s’avvertono nel calice, senza dimenticare la brezza del Garda, il vento benefico in sintonia con l’Ora e il Pelèr, le specifiche folate gardesane.

Timbro dorato all’aspetto, al naso spinge con toni agrumati, un mix di fiori rivieraschi (chissà come, pure il mandorlo) e frutta croccante, mela tipo Topaz, la sincerità varietale pomacea con la sapidità inconfondibile impressa da uve Chardonnay opportunamente destinate al vino rinascente… in questo caso: emergente. In bocca è avvolgente nella sua fresca acidità, con una persistenza salina di piacevole beva.

 

Insomma, nel bicchiere puoi progettare un mirabile tuffo sensoriale.

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