"Cerco un terreno per creare uno stagno", l'appello del ricercatore: "Favoriscono la biodiversità, migliorano la qualità dei luoghi e un'opportunità educativa"
L'iniziativa di Daniel Lebech Naessling Iversen, naturalista, ricercatore, appassionato di microfauna e di invertebrati, founder della pagina "Anfibi e Rettili del Trentino–Altro Adige/Suedtirol" e accompagnatore di "Educare nel Bosco – Alto Garda e Ledro"

RIVA DEL GARDA. Si cerca un terreno per realizzare uno stagno in fondovalle nell'Alto Garda, salvaguardare così le aree umide e la biodiversità. La richiesta è di Daniel Lebech Naessling Iversen, naturalista, ricercatore, appassionato di microfauna e di invertebrati, founder della pagina "Anfibi e Rettili del Trentino–Altro Adige/Suedtirol" e accompagnatore di "Educare nel Bosco – Alto Garda e Ledro".

A oggi Iversen ha contribuito a costruire due stagni, incentrati sulla biodiversità, nel fondovalle tra la località San Nazzaro e Volta di No a Tenno.

L'idea è quella di creare una terza zona umida e, nel tempo, di creare una rete di stagni. "Costruire questi piccoli spazi in zone antropizzate è fondamentale per ripristinare piccoli sistemi acquatici e che offrono rifugio e risorse a numerose specie animali e vegetali minacciate dalla perdita di habitat".

Questi stagni favoriscono la biodiversità ma migliorano anche la qualità dei luoghi e offrono un'opportunità educativa, soprattutto nei confronti delle nuove generazioni. Da qui la richiesta e la ricerca di un terreno.

"Cerco tra i 100 e i 400 metri quadrati - l'appello di Iversen - una piccola macchina di terra e ci si potrebbe accordare sul comodato d'uso. Gli stagni non sono le case per le zanzare tigre ma per altri animali che possono trovare un habitat adatto, anche per riprodursi".

Per le zanzare, infatti, c'è spesso una grande confusione, le più fastidiose nell'Alto Garda sono le zanzare tigre, "ma loro non depongono le uova negli stagni - evidenzia Iversen - perché c'è troppa competizione e le loro larve verrebbero mangiate subito: si sono adattate a deporre le uova in effimere raccolte d'acqua che si creano soprattutto dai nostri rifiuti, come per esempio una bottiglia abbandonata in cui ci piove dentro, un telo di plastica per coprire una catasta di legno, un cantiere abbandonato, sottovasi e così via".

Attualmente i siti più vicini nell'Alto Garda con la presenza di più di una specie di anfibi "sono il laghetto di Laghel e Loppio. Il sogno è creare una rete di stagni in modo da avere ulteriori habitat per gli anfibi, delle zone cuscinetto, per esempio, per tutti gli anfibi", conclude Iversen.