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La diga veneta del Vanoi che rischia di sommergere una valle del Trentino, Marini: “La Lega di Fugatti si piega ai voleri di Zaia”

Marini contro la Giunta Fugati: “​Bisognerebbe credere alla favola dei progetti delle dighe giganti venete che spuntano in terra trentina senza che nessuno se ne accorga?”

Di Tiziano Grottolo - 27 giugno 2023 - 13:00

CANAL SAN BOVO. Solo per la progettazione definitiva sono stati messi a bilancio 912.600 euro che arrivano dalla Regione Veneto che vorrebbe realizzare una diga nella zona del Vanoi. Il volume utile ipotizzato per l’invaso è di 33 milioni di metri cubi di acqua, una mole importante visto che la vicina diga dello Schener ha un volume di 8,5 milioni di metri cubi.

 

Rispondendo a un’interrogazione di Alex Marini, del Movimento 5 Stelle, il vicepresidente della Provincia nonché assessore all’ambiente, Mario Tonina, ha riferito di essere venuto a conoscenza del progetto tramite la stampa: “Già in passato la Provincia di Trento aveva espresso la contrarietà alla realizzazione dì un nuovo serbatoio di ritenuta sul torrente Vanoi”.

 

Le motivazioni sono legate all’impatto ecologico dell’invaso che, per la maggior parte, si estenderebbe sul territorio trentino. “Inoltre – spiegava sempre Tonia – è stato evidenziato che le acque del torrente Vanoi sono già oggetto di concessione a scopo idroelettrico in una serie di impianti posti a cascata sull’asta del sistema Vanoi-Cismon. A queste considerazioni si aggiunge oggi anche l’evidenza della pericolosità dell’area dove è prevista la costruzione del serbatoio”.


Infine, ma non in ordine di importanza, considerato che il serbatoio progettato si troverebbe per la maggior parte della sua superficie in Provincia di Trento (in particolare sui comuni di Canal San Bovo e Cinte Tesino), a cui spetterebbe la competenza nel rilascio delle necessarie autorizzazioni sia urbanistiche che ambientali, ma anche per la concessione delle acque. Trattandosi di un’opera che interesserebbe sia il Trentino che la Regione Veneto, la sua realizzazione richiederebbe a monte uno specifico accordo.

 

“Siamo stati i primi a far cadere il velo del silenzio che gravava sulla vicenda della diga – commenta il pentastellato Alex Marini – arrivata addirittura in Gazzetta Ufficiale senza che nessuno in Provincia di Trento se ne accorgesse. O almeno così viene raccontato”​.

 

Nelle scorse ore il M5S è tornato alla carica in Consiglio provinciale con un question time attraverso il quale si chiedeva che il presidente della Provincia di Trento facesse chiarezza sugli sviluppi delle interlocuzioni col Veneto e fornisse la sua versione rispetto alle interlocuzioni avute con l’omologo veneto Luca Zaia. “Fugatti ha mandato avanti ancora una volta il suo vice Tonina, il quale non ha trovato di meglio che ribadire come la Provincia fosse all’oscuro di tutto. Bisognerebbe credere alla favola dei progetti per dighe giganti venete che spuntano in terra trentina senza che nessuno se ne accorga?”.

 

Eppure secondo Marini alcuni documenti smentirebbero le ricostruzioni fornite da Piazza Dante. “Il 2 agosto 2022 infatti, nel Consiglio regionale veneto, la Liga Veneta per Salvini premier faceva approvare una mozione a prima firma del leghista Giuseppe Pan, tramite la quale si impegnava la giunta veneta a farsi portavoce della realizzazione della diga sul torrente Vanoi nei confronti del Governo, ma soprattutto con la Giunta provinciale trentina”.

 

Insomma difficile credere che per un anno non ci siano state interlocuzioni. “Siamo di fronte a una storia di fantasia, raccontata per allontanarsi dalle proprie responsabilità cercando maldestramente di mascherare la profonda sudditanza di chi guida il Trentino rispetto ai desiderata dei ‘fratelli maggiori’ veneti. I danni di queste politiche scellerate – conclude Marini – sono destinati a ricadere sulla testa dei cittadini inermi”.

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