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Nasim Eshqi, climber e attivista iraniana, si racconta a "Conversazioni in quota", la rassegna culturale del Pastificio Felicetti

L'AltraMontagna ha partecipato al secondo incontro del ciclo "Conversazioni in quota", iniziativa promossa da Pastificio Felicetti con l’intento di valorizzare le altitudini come visioni del mondo e luoghi di elezione per la riflessione, la conoscenza e l’incontro, è stato dedicato alla figura di Nasim Eshqi, più forte climber iraniana della storia e attivista per i diritti delle donne del suo paese

di
Pastificio Felicetti
25 July | 19:15

Il secondo incontro di "Conversazioni in quota", iniziativa promossa da Pastificio Felicetti con l’intento di valorizzare le altitudini come visioni del mondo e luoghi di elezione per la riflessione, la conoscenza e l’incontro, è stato dedicato alla figura di Nasim Eshqi, la più forte climber iraniana della storia e attivista per i diritti delle donne del suo paese.

 

"Conversazioni in quota" è un programma che si sviluppa su diversi appuntamenti, ciascuno strutturato come una conversazione a due tra un conduttore e un ospite, per esplorare il tema delle altitudini da esperienze, competenze, percezioni e sensibilità diverse, così da compiere insieme al pubblico un itinerario “in quota” da tracciare insieme ai relatori.

 

"Limiti e confini", il titolo del secondo incontro, moderato da Sofia Farina de L'AltraMontagna, intende indagare un topòs che ricorre in associazione alla montagna, ma in una accezione più ampia. Il senso del limite in questo caso è inteso non solo e non tanto come esperienza “estrema” della prova fisica, della sfida a condizioni avverse o dei traguardi mai tagliati, ma come ricerca di qualcosa che ancora non si conosce ma di cui si sente la necessità. Il bisogno di esplorare territori poco conosciuti – o addirittura preclusi – che possono essere dentro e fuori di noi. Le terre alte sono uno di questi.

Nasim Eshqi, ha portato gli ospiti della serata in delle “altre” terre alte, altre rispetto a quelle che siamo abituati a frequentare e anche altre rispetto a quelle che siamo abituati a raccontare, quelle del suo paese, l’Iran.
Un Paese ricco di bellezza e di storia, purtroppo retto da un regime teocratico e liberticida di stampo islamista che ha instaurato un vero e proprio apartheid nei confronti delle donne.

 

Un paese dove proprio dalle donne è nato un movimento di protesta le cui immagini hanno fatto il giro del mondo. Una protesta che è stata soffocata con violenza e brutalità da parte del regime, portando la stessa Nasim a lasciare il suo Paese.

 

La storia personale della climber e il suo continuo intersecarsi con quella del suo paese di origine, viene raccontata da Eshqi nell’autobiografia “Ero roccia, ora sono montagna” uscito quest’anno ed edito da Garzanti.

 

L’arrampicata, per la giovane Nasim, è stata un mezzo per liberarsi dall’oppressione di un regime islamista che le tarpava le ali. La pratica di questa disciplina l’ha portata negli anni a viaggiare - con non poche difficoltà - scoprendo un paese alla volta come vivono le donne e le arrampicatrici al di fuori dell’Iran.

La rivoluzione del 2022 in Iran, e in particolare la notizia della morte di Mahsa Amini, che raggiunse Nasim Eshqi in una giornata di arrampica a Chamonix, ha segnato un momento di svolta per la climber, che da allora ha iniziato a usare con forza la sua voce per raccontare la condizione delle sue concittadine: “Mi resi conto che era arrivato il momento di condividere la mia storia con persone che dell’iran non sapevano nulla. Volevo diffondere il mio messaggio di libertà, mi trovavo nella posizione di creare consapevolezza. Condividevo con gli occidentali informazioni che non avrebbero potuto trarre dai media”.

 

Al termine della conversazione, la serata è proseguita con l’accompagnamento di un altro grande ambassador delle terre alte: lo chef Alfio Ghezzi, che in queste terre è nato e che oggi è patron – tra gli altri – del ristorante Senso, una stella Michelin, ospitato all’interno del museo Mart di Rovereto.

 

Lo chef ha dedicato agli ospiti un menu tutto vegetariano, emblema della sua cucina leggera, incentrata sulla ricerca dell’essenza e dell’equilibrio, espressione di un territorio che viene raccontato attraverso prodotti e produttori.

il brand
Pastificio Felicetti

Fondato nel 1908, il Pastificio Felicetti è una società per azioni nelle mani della famiglia del fondatore. Da quattro generazioni i Felicetti portano avanti una produzione altamente specializzata in Val di Fiemme, mentre la quinta generazione ha da poco fatto il suo ingresso in azienda. La storia del pastificio comincia nei primi anni del Novecento, quando Valentino Felicetti ebbe l’intuizione che l’acqua di sorgente e l’aria d’alta quota potessero conferire alla pasta di grano duro un sapore riconoscibile. Un esperimento imprenditoriale da cui è nata una dinastia di pastai tra le Dolomiti e un percorso produttivo di ricerca fortemente distintivo. Felicetti è l’unico pastificio in Europa situato sopra i 1000 metri di altitudine.

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