"È tutta una lastra di ghiaccio" (VIDEO), ma le piste sono prese d'assalto e i prezzi alle stelle. I turisti chiedono maggiore trasparenza sulla condizione dei comprensori
Migliaia le presenze tra i comprensori di Ovindoli e Campo Felice. Tante le lamentele da parte dei turisti, che hanno pagato un prezzo del biglietto molto elevato per sciare in condizioni ritenute al limite della normalità. Ci si domanda se non sarebbe il caso di effettuare un altro tipo di comunicazione per mettere i turisti a conoscenza del reale stato delle piste
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
La neve è poca, i prezzi degli skipass sono alle stelle, ma il grande afflusso di turisti verso gli appennini non si ferma.
Anche ieri sono state migliaia le presenze tra i comprensori di Ovindoli e Campo Felice, nonostante le condizioni della neve fossero piuttosto particolari, almeno al disotto dei 1700 metri di quota.
Particolari perché la pioggia è caduta su tutta la dorsale fin sui 1800 metri di quota nella giornata del 3 gennaio, poi l’improvviso abbassamento delle temperature ha reso molte delle piste inagibili almeno per i principianti. Molti sciatori sono stati immortalati in difficoltà su veri e propri lastroni di ghiaccio.
Tante sono state le lamentele da parte dei turisti, che hanno pagato un prezzo del biglietto molto elevato (mediamente superiore ai 42 euro) per sciare in condizioni ritenute al limite della normalità.
È vero che gli ultimi due anni per le stazioni degli sport invernali del centro Italia non sono state affatto positive, ma è vero anche che alcune zone sono diventate davvero difficili da raggiungere.
Sono in tantissimi nelle varie pagine social dedicate agli impianti sciistici dell’Appennino a criticare l’organizzazione, ritenuta carente nei servizi e nella sicurezza.
Considerando che le piste e gli impianti non sono a pieno regime, perché la neve caduta non è stata molta, più di qualcuno ha consigliato di mettere un limite al numero di skipass e agli accessi in pista.
In molti si chiedono se sia normale consentire, anche con appena poche piste aperte, l’accesso a tutte queste persone. Altri si domandano se non sarebbe il caso di effettuare un altro tipo di comunicazione e mettere i turisti a conoscenza della reale condizione delle piste da sci.
La voglia di neve è molta, come quella degli imprenditori del settore di tornare a vivere grazie a stagioni degne di nota, ma non è detto che questa forma di turismo di massa a lungo andare possa portare degli esiti positivi.
Al contrario sempre nei social diversi commenti ritengono inopportune e caotiche le condizioni e il tipo di offerta turistica che propongono alcune aree montane, strettamente legate al turismo della neve e dello sci, ma non ancora diversificate.