Una strada forestale come una "seconda Vaia"? Quando il centro-sinistra perde la capacità di parlare la lingua dei territori
Il consigliere regionale veneto del PD Andrea Zanoni si è scagliato contro la realizzazione di una strada forestale nella Foresta del Cansiglio, paragonandola a una "seconda Vaia". L'occasione, a seguito delle elezioni statunitensi e liguri, per una riflessione sul linguaggio della politica, spesso lontanissimo da quelli dei territori
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
All’indomani delle elezioni presidenziali degli Stati Uniti d’America i giornali si sono riempiti di analisi sulle motivazioni profonde della rielezione di Donald Trump. Alcuni commentatori si stanno concentrando giustamente su cosa è mancato ai Democratici, sul perché, in America come in Europa, il centro-sinistra fatica a convincere la maggioranza dell’elettorato, specie in alcuni settori specifici della popolazione, come quello degli abitanti delle aree rurali.
Alcuni giorni prima del voto americano, sul Foglio, è uscito un interessante articolo a firma di Luciano Capone dal titolo: “La sinistra non fa che parlare di aree interne e le aree interne non fanno che votare a destra”. L’analisi provocatoria di Capone parte dalle recenti elezioni liguri vinte dal centro-destra e decise proprio nella provincia più profonda per spiegare come il centro-sinistra “fa tanti seminari e convegni sui luoghi che non contano e sul rilancio delle aree interne, ma è come se parlasse di quella gente e non con quella gente. La destra, invece, parla meno della provincia ma c’è: la rappresenta, anche nei suoi difetti”.
“L’impressione è che l’atteggiamento della sinistra in senso lato - politica, mediatica e intellettuale - verso la provincia”, scrive Capone, “sia come quello di un antropologo o un entomologo: la studia e propone soluzioni, policy, strategie... ma parla una lingua diversa”.
Le elezioni americane, quelle liguri e la difficoltà del centro-sinistra di parlare la lingua dei territori mi sono risuonate in modo nitido a seguito di una recente polemica scatenata dal Consigliere regionale veneto del PD Andrea Zanoni rispetto alla costruzione di una strada forestale di 4,5 km all’interno della Foresta del Cansiglio.
Zanoni ha denunciato che la costruzione di questa strada “comporterà la distruzione 675 alberi, 15 ogni 100 metri, di cui molti secolari e monumentali. Di fatto, una strage che rappresenta una seconda Vaia”.
Non saper più parlare la lingua dei territori? Ecco un esempio che mi è sembrato perfetto.
Le strade forestali sono in genere opere utilissime alla gestione del bosco, non solo per la raccolta (sostenibile e pianificata) del legname, ma anche per le attività di controllo, di monitoraggio, per la lotta agli incendi boschivi e per interventi fitosanitari. Una strada ben realizzata permette di generare meno impatti al suolo all’interno della foresta rispetto ad aree più difficili da raggiungere e fa sì che la gestione del bosco possa essere più capillare (selvicoltura naturalistica) e meno invasiva. Una strada, se ben regolamentata, permette a quel bosco anche una maggior fruizione turistico-ricreativa.
Chi vive in montagna, chi lavora in agricoltura e in selvicoltura, conosce bene l’utilità della viabilità forestale, in questo caso pianificata da tempo e in corso di realizzazione a seguito di numerose procedure che ne hanno attestato la regolare fattibilità. Una strada che, in questo caso, sarà a servizio di particelle produttive, dove è prevista la raccolta sostenibile di legname destinato a filiere locali, che quindi avverrebbe comunque.
Paragonare il taglio di “15 alberi ogni 100 metri” ad una “seconda Vaia” è offensivo verso chi Vaia, sui territori, l’ha vissuta e la sta ancora vivendo sulla propria pelle.
Usare termini come “distruzione” o “strage” per il taglio pianificato di poche centinaia di alberi significa non conoscere il contesto economico, sociale e ambientale del luogo, dove il bosco, tutt’altro che in diminuzione, è formato da almeno due milioni di alberi. Parlare di “alberi secolari e monumentali” significa non essere al corrente dei cicli di coltivazione sostenibile del bosco.
Al di là del caso specifico, a colpire sono proprio i termini utilizzati da Zanoni e il tono apocalittico delle sue parole, che immagino abbiano fatto storcere il naso a molti abitanti della montagna veneta, anche elettori di centro-sinistra.
Una strada, come ogni altra opera, può essere contestabile eccome, ci mancherebbe altro. Ma l’analisi approfondita del caso specifico, del contesto socio-economico-ambientale e il linguaggio utilizzato fanno la differenza. Saper parlare la lingua dei territori, pur portando avanti le proprie idee, visioni e battaglie, è fondamentale. Altrimenti la strada… sarà quella aperta per una vittoria perenne del centro-destra nei territori rurali e montani.