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Attualità

Lontano dal caos, con una cucina "autogestita" e raggiungibile in treno, il rifugio Guido Rey apre le porte agli 'smart workers': "Per vivere la montagna in modo diverso"

Fra le mura del Guido Rey le idee non mancano. Di recente Pierre Vezzoli, gestore della struttura che sorge a quota 1.761, ha infatti deciso di proporre a studenti e 'smart workers' la possibilità di studiare o lavorare in rifugio, allestendo una cucina "autogestita" e mettendo tavoli e sedie nelle camere: "Non manca una connessione Wi-Fi a banda larga che mettiamo a disposizione di chi studia o lavora: gli altri si godano le bellezze del territorio e si scordino per qualche ora del cellulare"

di
Sara De Pascale
17 giugno | 13:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Un rifugio storico immerso nella natura, non ancora preso d'assalto come accade in altre zone di montagna e lontano dal caos. Si tratta del Guido Rey, struttura che sorge a 1.761 metri di quota, in Val di Susa, e che d'ora in poi ha deciso di offrire agli avventori una possibilità sicuramente diversa dal solito. 

 

"Abbiamo cominciato da poco la nostra terza stagione in quota - riferisce il gestore Pierre Vezzoli -. Si tratta di una struttura che ha visto succedersi innumerevoli gestioni e che, ripresa in mano da noi dopo due anni di chiusura, aveva esigenza di farsi conoscere e prendere un po' il giro". L'edificio è stato quindi anzitutto rinnovato (anche se non in toto), dall'impiantistica al piano terra: "Presto installeremo i collettori solari per l'acqua calda e rifaremo gli infissi", aggiunge.

 

Oltre a rimettere a nuovo il rifugio, a proporre escursioni in (spettacolari) luoghi ancora poco conosciuti e iniziative, si è pensato di recente di dare la possibilità agli escursionisti di vivere un'esperienza in quota molto diversa dal solito: "L'idea nasce in parte dalla volontà di farci conoscere ma soprattutto dal desiderio di dare la possibilità agli avventori di vivere la montagna in maniera differente". Per questo, Vezzoli - non prima di aver fatto installare un impianto Wi-fi a banda larga - ha deciso di offrire l'occasione di lavorare in smart working o di studiare in struttura, adibendo degli spazi ad hoc. 

 

Un progetto alternativo che offre tariffe agevolate per quegli studenti o smart workers che scelgono il Guido Rey come luogo in cui trascorrere un tempo scandito da lentezza, bellezza e soprattutto tranquillità. "Il nostro, tra l'altro, oltre ad essere un rifugio che sorge in luogo con panorami mozzafiato, è una delle poche strutture in quota raggiungibili comodamente in treno da Torino - prosegue il rifugista -. Si scende alla stazione di Beaulard e si prosegue a piedi per circa un'oretta e mezza fino a raggiungerci. Qui le auto non arrivano e questa è una grande fortuna: così preserviamo quella tranquillità altrove persa". 

 

Per spingere gli escursionisti ad utilizzare il più possibile i mezzi pubblici il gestore del Guido Rey ha scelto di proporre una seconda offerta, che prevede un 10% di sconto sulla mezza pensione "a chi presenterà il biglietto del treno una volta giunto in rifugio". Per quanto riguarda invece la possibilità di lavorare o studiare in rifugio, Vezzoli ha pensato (davvero) a tutto: "Non soltanto una connessione Wi-fi performante, ma anche una scrivania con sedia ergonomica messe in una delle nostre camere, che verrà destinata proprio agli smart workers o studenti. Nulla ovviamente vieta di utilizzare gli spazi comuni, terrazza compresa, dove sono presenti tavoli e sedute".

 

"Oltre a ciò - fa sapere - nel salone al piano di sotto ho montato una piccola cucina casalinga, per dare la possibilità ai lavoratori o studenti di essere autonomi per quanto riguarda i pasti, senza obbligarli a pagare la mezza pensione o pensione completa se non è questo ciò che vogliono: mi rendo conto che, soprattutto per i giovani, possa risultare dispendioso".

 

In questi giorni, qualche altra idea ha cominciato a 'bollire' in pentola, come quella legata alle "box" per studenti, "nelle quali vorremmo mettere degli alimenti come pasta, pomodoro o tonno, che offriremmo a prezzo d'acquisto", dando ai lavoratori o studenti tutto ciò che necessitano per prepararsi da mangiare. Una proposta che ha fatto il giro dei social, riscuotendo successo, tanto che "qualcuno ha già mostrato interesse - conclude il rifugista -. Tengo a precisare che il Wi-Fi in struttura è stato messo proprio con l'idea di permettere a chi lo desidera di studiare o lavorare. Non daremo quindi la password a chi viene a trovarci in giornata, perché convinti che del cellulare si possa fare a meno, almeno per qualche ora".

 

"Altrimenti il rischio è di perdersi la bellezza che ci circonda, di non vedere quei cervi che ogni tanto si mostrano di passaggio sui prati che cingono il rifugio. Insomma, il rischio è di privarsi della possibilità di riscoprire come si stava prima".

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