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Guide abusive, il Presidente del Collegio del Veneto lancia l’allarme: “Nessuno si farebbe operare da chi non è iscritto all’albo dei medici”.

Accompagnatore di Media Montagna, Guida Ambientale Escursionistica, Guida Alpina, Guida Naturalistica: sono solo alcune delle figure che lavorano in montagna. Ecco cosa sapere se si vuole essere accompagnati in sicurezza

di
Marta Manzoni
11 ottobre | 06:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Accompagnatore di Media Montagna, Guida Ambientale Escursionistica, Guida Alpina, Guida Naturalistica: sono solo alcune delle figure del comparto del turismo che lavorano in montagna. Ecco cosa sapere se si vuole essere accompagnati in sicurezza secondo il Presidente del Collegio delle Guide Alpine del Veneto Enrico Geremia. 

 

Geremia, esistono ormai numerose figure professionali che accompagnano le persone in montagna. Ci aiuta a fare un po’ di chiarezza?

 

Le uniche figure professionali riconosciute in ambiente alpino per svolgere attività come trekking, arrampicata, ferrate, scialpinismo, cascate di ghiaccio e ciaspolate, sono le seguenti: le guide alpine, le aspiranti guide alpine, e gli accompagnatori di media montagna. Tutte iscritte all’ordine.

 

Da quali problematiche nasce l’allarme sull’abusivismo che ha lanciato?

 

Da qualche anno sono nate associazioni non iscritte all’ordine che si arrogano il diritto di esercitare la professione in montagna. Penso, per esempio, alla disciplina dell’arrampicata: le guide alpine sono gli insegnati di questa attività outdoor, in base a quanto stabilito dalla Legge 2 gennaio 1989, n. 6, che disciplina le figure dell’Aspirante Guida Alpina, della Guida Alpina, del Maestro di Alpinismo e, agli art. 21, 22 e 23, le figure di Accompagnatore di Media Montagna e di Guida Vulcanologica.

 

Quale è il parere del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) in merito alle associazioni non iscritte all’ordine?

 

Il Mimit riconosce alcune di queste associazioni professionali ma non si esprime in merito al fatto che possano o meno lavorare in montagna. Queste associazioni, invece, lo prendono anche come un nulla osta professionale e si sentono legittimate a esercitare l’attività negli ambiti di competenza riservati invece alle guide alpine, agli accompagnatori di media montagna e alle aspiranti guide alpine. Il Ministero, quando riconosce queste associazioni di profesisonisti, in base alla legge 4 del 2013, non specifica invece se hanno la facoltà di esercitare in questi ambiti.

 

Sono dunque associazioni illegali?

 

Si, in quanto stanno commettendo un abuso di professione, secondo la legge 4 del 2013.

Cosa comporta farsi accompagnare in montagna da una persona che non è un professionista iscritto all’albo?

 

È come farsi operare da una persona che non è iscritta all’albo dei medici ma che dichiara di sapere come fare l’intervento. Una guida alpina ha numerose competenze, per esempio sa come utilizzare la corda, come fare le manovre e orientarsi, interpretare le condizioni dell’ambiente, come preparare l’itinerario e quale attrezzatura portare. Sono tanti gli aspetti che possono compromettere la sicurezza del cliente se affrontati senza un’adeguata formazione ed esperienza.

 

In cosa consiste la formazione della guida alpina?

 

Le guide alpine svolgono un iter di formazione che dura cinque anni, per un totale di circa 150 giornate. Dall’altra parte, le figure di guide ambientali escursionistiche, per esempio, che svolgono anche attività in montagna, svolgono un corso di quattro weekend, per un totale di circa otto giornate, quasi tutte online. Per avere un altro termine di paragone, gli accompagnatori di media montagna, anche loro iscritti all’albo professionale, devono svolgere un corso di 60 giornate. È evidente che la qualità dell’accompagnamento e l’attenzione nei confronti della sicurezza siano diverse, e che a rimetterci sia soprattutto l’utente. Chiaramente ci perde anche chi è iscritto all’albo e affrontato anni di formazione e un notevole investimento economico.

 

Cosa bisogna chiedere se si vuole essere accompagnati in montagna da un professionista?

 

Chi è iscritto a un albo professionale ha un tesserino di riconoscimento o quantomeno un’attestazione di iscrizione all’albo regionale. Come ogni ordine professionale, all’interno del tesserino di riconoscimento c’è il numero di iscrizione all’albo. Le medesime informazioni si possono trovare sul sito del collegio regionale.

 

Cosa comporta in concreto l’abusivismo per chi è iscritto all’albo?

 

L’abusivismo è una spina nel fianco dei professionisti della montagna. Queste associaizoni, non dovendo svolgere corsi specifici, abbassano molto i prezzi. Come guide alpine abbiamo un prezziario di riferimento che non viene minimamente rispettato da queste realtà: per i corsi base di arrampicata, per sempio, chiedono la metà del nostro compenso. Questo approccio non lede solo noi ma anche la sicurezza delle persone.

 

 

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