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Attualità

Dopo ottant'anni nasce una bimba in un piccolo paese dell’Appennino reggiano. Un fiocco rosa che invita a parlare di spopolamento

Una notizia che regala un po' di entusiasmo a paesi troppo spesso vittime dell’abbandono

di
Emanuele Valeri
21 novembre | 17:15
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Dopo ottanta lunghissimi anni in un piccolo paese dell’Appennino reggiano è spuntato un fiocco rosa. Così la storia di Valentina e di Matteo non è passata inosservata. A Mulino di Leguigno, comune di Casina, in Emilia Romagna, l’ultimo nato è stato un bambino nel 1951, mentre per ritrovare la nascita di una bambina bisogna andare ancora indietro nel tempo e tornare a ottanta anni fa.

 

La notizia ha preso piede nelle ultime ore e questo clamore mediatico è stato inaspettato anche per Valentina e Matteo, gestori dell’agriturismo Mulino in Pietra, che qualche anno fa hanno deciso di abbandonare le loro vite di città per trasferirsi in montagna.

Anna Lou, così si chiama la bimba, è nata lo scorso 3 di novembre al Santa Maria Nuova di Reggio Emilia.

 

Le motivazioni che rendono queste notizie tanto eclatanti sono molteplici, ma trovano un denominatore comune nella dinamica dell'abbandono, che ha coinvolto (e tutt'ora coinvolge) i territori montani.

 

Il fenomeno dello spopolamento si è manifestato con particolare evidenza alla fine della seconda guerra mondiale, quando le persone hanno cominciato ad emigrare verso i grandi centri urbani alla ricerca di maggiori benefici e sicurezze economiche

 

Alla base di tutto questo c’è stato lo sviluppo industriale, ad esempio la costruzione delle prime ferrovie negli anni Cinquanta: le persone, per tentare di rimane collegate ai centri urbani più sviluppati, hanno iniziato a muoversi verso valle.

 

Negli anni Settanta il fenomeno cresce ulteriormente con il boom economico. Inizia allora a mancare il rapporto di connessione con il territorio, che viene sostituito invece dal desiderio di usufruire dei maggiori servizi messi a disposizione dai centri urbani.

 

Alla fine degli anni Settanta tanti paesi iniziano ad essere totalmente abbandonati.

 

Oggi la situazione non è di molto cambiata, anzi hanno influito anche i terribili eventi naturali che negli ultimi anni hanno interessato l’Appennino.

E' sufficiente pensare al terremoto dell’Aquila del 2009, o a quello di Amatrice dell’agosto del 2016 e poi ancora a quello dell’ottobre successivo di Castelluccio di Norcia.

Molti abitanti sono stati costretti a trasferirsi anche per i ritardi dovuti alle ricostruzioni delle loro città o dei loro borghi di nascita.

 

Ecco perché il fatto che una bambina sia nata quasi cento anni dopo l’ultima nascita, è una notizia che regala un po' di entusiasmo a questi paesi, troppo spesso vittime dell’abbandono.  

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