Tanta neve e temperature miti: ridotto il percorso della maratona di sci nordico dell'Engadina
Per la prima volta da quando è disputata, la celebre maratona di sci nordico dell’Engadina seguirà un percorso diverso. Responsabili sono la tanta neve caduta negli scorsi giorni e le temperature relativamente miti che hanno reso la neve accumulata sui celebri laghi ghiacciati della vallata difficilmente lavorabile. Cerchiamo di capire come la neve ha influenzato il comportamento dei laghi creando le difficili condizioni
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Ogni anno i laghi ghiacciati dell’Alta Engadina, nel cantone dei Grigioni (Svizzera), vedono migliaia di appassionati sfidarsi in quella che è chiamata la maratona engadinese. Non parliamo però di una corsa podistica, bensì di una competizione di sci nordico che copre la medesima distanza prevista dall’analoga corsa (42 chilometri). L’evento si svolge per tradizione la seconda domenica di marzo, in corrispondenza del periodo dell’inverno che vede la massima altezza del manto nevoso. Il percorso della gara si snoda nella parte superiore dell’Engadina, una delle più celebri vallate svizzere. Ha inizio in corrispondenza della sua testata (Passo del Maloja) e si conclude presso S-chanf dopo aver attraversato i laghi di Sils e Silvaplana e toccato importanti località turistiche, come Saint Moritz e Pontresina.
Negli ultimi giorni l’Engadina, come del resto tutte le Alpi, è stata interessata da abbondanti precipitazioni. Vista la quota della zona di cui parliamo - circa duemila metri - le precipitazioni sono cadute interamente come neve. Circa un metro e mezzo l’altezza del manto depositato durante l’ultima perturbazione transitata in questi giorni. Buone notizie? Certamente sì sotto molti punti di vista, l’abbondanza di precipitazioni è una manna dal cielo vista la loro scarsità nei mesi scorsi. Non esattamente buone per la competizione però. Paradossalmente l’abbondanza del prezioso oro bianco sta mettendo in difficoltà gli organizzatori dell’evento sportivo.
La neve caduta è così abbondante da esercitare una forte peso sulla lastra di ghiaccio che riveste i due laghi su cui passa il tracciato della competizione. L’aumento della pressione idrostatica all’interno dei laghi ha fatto sì che l’acqua liquida presente al di sotto del ghiaccio sia in parte risalita attraverso le crepe aperte nel ghiaccio stesso, andando a inzuppare il manto nevoso soprastante. Si è così creato uno strato di neve fradicia molto difficile da lavorare con i gatti della neve. Le precipitazioni previste nei prossimi giorni e le temperature miti non aiuteranno a risolvere il problema, anzi.
Per la prima volta da quando si disputa la competizione (1969) il tracciato sarà quindi modificato. Non è ancora chiaro come, ma di sicuro la parte che attraversava il primo dei due laghi (quello di Sils) sarà esclusa. Colpa del cambiamento climatico? Difficile dirlo, gli eventi insoliti di tanto in tanto capitano. Rimane il fatto che dal 1969 non era mai successo qualcosa di simile. Tanta neve all’improvviso e temperature relativamente miti hanno portato a questa condizione anomala.