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Attualità

“Sarebbe stato più facile rimanere in silenzio, ma ho sentito la necessità di parlare”: l'atleta Kilian Jornet si confronta con l'organizzazione dell'Ultra Trail du Mont Blanc

Partnership non trasparenti, licenziamenti, incomprensioni: il trail running in subbuglio a causa di una protesta privata (poi divenuta pubblica) di Zach Miller e Kilian Jornet sull'Ultra Trail du Mount Blanc

di
Sofia Farina
25 gennaio | 13:15
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Come atleta in una posizione privilegiata, sarebbe stato più facile rimanere in silenzio, ma date le preoccupazioni della comunità, ho sentito la necessità di parlare”. 

 

Moderate scosse hanno colpito la comunità globale del trail running nelle ultime settimane, a seguito della diffusione di una lettera scritta da Kilian Jornet e Zach Miller, stelle luminosissime e atleti molto seguiti nella community dei corridori di montagna (e non solo), e inviata a una serie di atleti di elite per esplorare la possibilità di confrontarsi su un terreno diverso da Utmb, la gara regina di questo sport, l’Ultra Trail Du Mont Blanc, nel 2024. La confusione e il clamore mediatico generati da questo gesto - non pensato per esser reso noto, in una prima fase, al pubblico - hanno portato i diretti interessati a fare ordine a suon di post pubblicati sui social nella giornata di ieri. 

 

Per contestualizzare e per spiegare ai meno appassionati di questo sport il motivo del terremoto provocato da questa iniziativa, ricordiamo che Kilian Jornet è stato per quattro volte vincitore, oltre che detentore del record della gara da 100 miglia all'Utmb, e Zach Miller si è classificato secondo all’ultima edizione. Inoltre, entrambi, oltre che essere venerati nell’ambiente del trail, possono contare su un enorme seguito sui social media: un milione e mezzo di follower per il primo (tre volte quelli dell’account ufficiale di Utmb) e quasi 150mila per il secondo.

 

Ripercorriamo quanto successo nelle ultime settimane con un rappresentante del terzo importante attore in questa vicenda, la Pro Trail Runners Association (Ptra), l’associazione con un anno di vita composta da trail runner professionisti e d'élite, e fondata proprio sulla responsabilità di preservare i valori del trail running: Francesco Puppi, membro del board nonchè fondatore dell’associazione stessa (che abbiamo intervistato per il podcast "Un quarto d'ora per acclimatarsi"). 

 

“Zach Miller e Killian hanno scritto, qualche giorno fa, ai top 15 atleti nel ranking delle 100 miglia di Utmb per capire cosa ne pensassero riguardo una serie di situazioni e dinamiche della gara, soprattutto relative all'ultimo periodo. Per fare degli esempi: come si sono comportati relativamente alla partnership con Dacia (che aveva generato malcontento negli atleti di elite che avevano sollevato la questione ambientale pubblicamente, portando ad una serie di incontri con l’organizzazione stessa, ndr), la vicenda della gara a Whistler (ci sono state delle controversie riguardanti l'acquisizione della gara da parte del circuito Utmb world series, ndr), o il licenziamento della commentatrice nei live streaming delle gare Corrine Malcolm (che ha dichiarato di essere stata licenziata dall'organizzazione per le sue esternazioni su diversi aspetti relativi alla sua attività, ndr). Una serie di elementi che si sono accumulati e che sono sfociati in un malcontento diffuso tra gli atleti”.

 

Nella lettera, “che avrebbe dovuto essere ovviamente privata, ma è che in qualche modo è trapelata attraverso un post su Instagram di un certo Martin Cox, un allenatore inglese”, i due atleti chiedevano ai colleghi se fossero disposti a trovare un'alternativa a Utmb per sfidarsi nel 2024, per dare un segnale forte. La Pro Trail Runners Association, sottolinea Puppi, “non è mai stata coinvolta in questa email, che è stata scritta, in maniera del tutto legittima, da Kilian e Zach - noi non ne siamo venuti a conoscenza finché non è stata resa pubblica, però siamo stati tirati in mezzo e quindi siamo stati in qualche modo costretti a rispondere o comunque prendere una posizione”.

 

Nello specifico, la discussione e l’attenzione mediatica generate dal leak, hanno portato ad un meeting, il 23 dicembre, tra le parti coinvolte (Utmb, Zach e Kilian, e Ptra) per parlare della situazione e chiarire le rispettive posizioni, condividendo le opinioni anche rispetto al malcontento diffuso. “Questo meeting con Utmb è stata l'occasione per chiarirsi, sedersi attorno a un tavolo e parlarsi”, spiega Francesco.

 

“A questo meeting erano presenti i coniugi Poletti, che sono ancora i proprietari della maggior parte delle quote di Utmb, c’ero io insieme ad altri due atleti per rappresentare la PTRA e poi c'erano Kilian e Zach. Alla fine dell’incontro, abbiamo deciso di rilasciare tutti e tre uno statement pubblico, spiegando cosa fosse successo ieri, e sottolineando la propria posizione rispetto a questa situazione e il proprio coinvolgimento”.

 

Il testo condiviso da Jornet comincia con il riconoscimento del fatto che “fin dalla sua nascita, l'Utmb è stata una forza pionieristica e unificatrice nella comunità del trail running”, ma anche con il riferimento a una diffusa e crescente preoccupazione da parte di molti atleti che percepiscono un progressivo trascurare l'essenza del trail e della sua comunità.

 

Sempre riportando le parole di Kilian: “con l'obiettivo di avviare discussioni produttive e di mostrare il nostro malcontento come atleti, abbiamo avviato discussioni per riallinearci alle aspettative della comunità. Ciò ha comportato la mobilitazione degli atleti per esprimere le loro preoccupazioni, non per boicottare ma per sensibilizzare l'opinione pubblica. L'evoluzione del trail running, in parte anche grazie all'Utmb, ha portato vantaggi come gare competitive, premi in denaro, antidoping, copertura mediatica e sponsorizzazioni. Questi sviluppi sono, per molti versi, positivi per questo sport. Tuttavia, la crescita deve essere ponderata. Ultimamente, i suddetti progressi sembrano essere stati inficiati da passi falsi. Tra questi, le controverse acquisizioni di gare, l'aver trascurato o non aver ascoltato la comunità su temi che riteniamo importanti come l'impatto ambientale o l'accessibilità. Il consiglio di amministrazione dell'Utmb ha dichiarato che alcuni di essi sono dovuti a disinformazione e incomprensioni”.

 

La Pro Trail Runner Association, nel proprio comunicato, ha identificato in questa vicenda un "momento decisivo" per il proprio sport: "il trail running sta crescendo e diventando più professionale, il che è positivo per tutti, ma comporta molti rischi. Riteniamo che sia giunto il momento di agire prima che sia troppo tardi e che si perdano alcuni dei valori che rendono unico questo sport. L'Utmb è una delle parti interessate che guida questa crescita in molti modi, ma da questa leadership deriva una grande responsabilità. Allo stesso tempo, crediamo che sia salutare che gli atleti d'élite possano esprimere le loro preoccupazioni e ritenere i circuiti, le gare e le federazioni responsabili delle loro azioni." L'associazione sottolinea che un futuro migliore per il trail running "si possa ottenere parlando e lavorando insieme in modo aperto e fiducioso, non attraverso boicottaggi, minacce o alcune delle parole che sono state pubblicamente menzionate. Con questo obiettivo, la conversazione tra la Ptra e l'Utmb continuerà e sarà attivata una comunicazione più stretta per evitare che eventi come questo si verifichino in futuro. Vogliamo tutti lavorare insieme per uno sport migliore e più responsabile".

 

A pochi minuti di distanza, come da accordi, anche Utmb ha espresso la sua posizione sul tema, con un comunicato stampa sulla difensiva, organizzato in paragrafi dedicati a chiarificazioni da parte di Zach e Kilian, storia e sviluppo del circuito di gare Utmb world series (criticato dagli atleti, ndr), regolamenti sportivi, scambio con la community di riferimento e governance.

 

Dal meeting è emersa la necessità di maggiore trasparenza e chiarezza da parte di Utmb nello spiegare come opera e come decide di fare certe cose, anche a partire anche dai regolamenti, in cui ci sono diverse zone d'ombra e che lasciano molti atleti perplessi e scontenti - conclude Puppi - probabilmente una situazione così complicata diplomaticamente ha velocizzato una serie di processi, per cui speriamo che nei prossimi mesi la collaborazione tra la Ptra e Utmb ci permetta di raggiungere degli obiettivi, affrontando i problemi del nostro sport in maniera più efficace attraverso il dialogo. Abbiamo lavorato insieme su diversi argomenti e abbiamo raggiunto molti obiettivi nell'ultimo anno. Questo non significa essere d'accordo con tutto ciò che fa Utmb, o essere ingiusti e non riconoscere il bene che ha fatto per questo sport, ma lavorare insieme in modo fiducioso e costruttivo per uno sport migliore, su tutti i livelli, essendo rispettosi nei confronti degli atleti d'élite, dei corridori di fascia media e posteriore, degli organizzatori di gare e dell'intera comunità del trail”.

 

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