La casa in montagna non si trova: l'illustratore Pietro Nicolaucich deve tornare in città
Per una coppia giovane la ricerca di una casa da acquistare in montagna in Valcanale risulta un'impresa non affrontabile
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
"Nel 2019 sono tornato in Valcanale. A Milano sentivo l’assenza di natura e l’ispirazione ne aveva risentito. Ora devo rinunciare alle montagne, mio malgrado, per andare ad abitare in una città”.
A parlare è Pietro Nicolaucich, classe 1984, illustratore, narratore, poeta. Nel 2022 ha vinto il Premio De André con la poesia Le Malecose e sta per uscire un suo libro di racconti su Corto Maltese per l’editore Cong.
Montanaro di fondovalle, fin da piccolo appassionato di libri d’avventura, cresce tra Tarvisio e Malborghetto, terre alpine di confine dalla storia travagliata, forgiate nella Mitteleuropa asburgica e oggi a prevalenza italiana, ma fino alle Opzioni del 1939 a prevalente cultura germanica e slava.
È qui, tra gli alberi della Foresta di Tarvisio e le Alpi Giulie che coltiva il suo talento, alimentato dalla lettura dei libri avventurosi di Salgari, Jules Verne, Hugo Pratt e da un ambiente familiare favorevole vocato alla fantasia grazie al negozio di giocattoli antichi e oggetti bizzarri di proprietà dei genitori. “Le mie storie sono da sempre legate all’immaginario della mia infanzia, di cui non riesco a liberarmi. Fondono mare e montagna, due dimensioni solo apparentemente incompatibili. Entrambe sono molto più grandi di noi, ci perturbano e sono al tempo stesso inquietanti e affascinanti. Ci mettono davanti ad uno spazio enorme in cui ci sentiamo piccoli e inutili”. Nel 2009 lascia Malborghetto prima per Padova e poi per Milano per cercare la sua strada come disegnatore e narratore. In città viene apprezzato: tra i suoi committenti negli anni ci saranno, tra gli altri, Salani, Bompiani, Mtv, Gedi, Mondadori, DeAgostini, Moschino, Sisley, Benetton, Prada, Nike, Audi, BMW e Google.
All’arrivo del Covid coglie l’occasione per tornare nella sua valle, assieme alla compagna che si è appena licenziata dal settore televisivo.
“Quello che della città un tempo mi meravigliava, aveva progressivamente perso appeal. In compenso nella natura non finivo mai di sorprendermi. Le idee mi sono sempre venute qua, al limite le realizzavo a Milano: ma sono pochissime le cose che ho concepito totalmente in città. Infatti una volta tornato definitivamente a Malborghetto l’ispirazione è lievitata al massimo. In quattro anni e mezzo tra le mie montagne ho fatto più cose che in undici anni di metropoli”.
Dalla nuova consapevolezza maturata durante il lockdown - che ha fruttato tra l’altro anche un nuovo libro per bambini pubblicato da Salani Editore nel 2022, A casa tutto solo - nasce la volontà di Pietro Nicolaucich di cercare casa assieme alla compagna milanese proprio in Valcanale. Non basta più l’affascinante sottotetto di Malborghetto dei due anni di Covid, affastellato di libri, arredato come la cabina di una nave, all’interno del negozio - attività dei genitori di Casa Oberrichter (letteralmente “la casa del giudice”, questa la sua funzione fin dai tempi dei vescovi di Bamberga).
Ma la ricerca in quattro anni non dà alcun risultato. Se il comune di Malborghetto può vantare, rispetto all’adiacente Tarvisio, una conservazione quasi intatta del proprio territorio, non svenduto per favorire la costruzione di seconde case, i pochi edifici autoctoni messi in vendita non sono accessibili alle tasche della classe media o di una coppia giovane. “I proprietari vendono a prezzi alti perché sanno che il turista è disposto a spenderle oppure si tratta di edifici in cui sono troppo onerose le spese di ristrutturazione. E così abbiamo dovuto optare per Udine. Ma se in futuro le cose dovessero cambiare verremo a stare qui”.