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Bob Cortina: dopo il parco giochi è stato demolito il "bar bob" per lasciare spazio alla pista (le immagini)

Dopo la rimozione del parco giochi, costato un milione di euro e smontato ad appena tre anni dall'inaugurazione, è stato demolito il "bob bar" per lasciare spazio alla pista da bob in fase di realizzazione a Cortina

di
Redazione
15 marzo | 12:34
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Il masterplan della pista originale, consegnato con il report delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026 prevedeva il rifacimento del “Bob bar” nello stesso piazzale dove si trova ora. Era uno degli edifici ancillari alla pista così come il museo. Nel nuovo “progetto light” la ricostruzione dell'edificio del bar non è più prevista. Al suo posto una semplice “sistemazione della piazza con livellamento”. Così scrivevamo in un articolo (leggi qui), dedicato alla chiusura del "bob bar", lo scorso 9 febbraio. 

 

Oggi arrivano, grazie al puntuale quotidiano Voci di Cortina, le immagini dello smantellamento: del bar è rimasto un accumulo di assi in legno incorniciato dai rilievi ampezzani.

 

Renzo e Francesca Costantini, gli storici gestori del "Bob bar" di Cortina - scriveva Michele Argenta nell'articolo del 9 febbraio - hanno avuto poche ore per chiudere in qualche scatolone una vita di ricordi e i ricordi di una vita legata al bob e alla pista "Eugenio Monti". Il loro bar, aperto il 13 dicembre 1985, ha chiuso i battenti qualche giorno prima dell’inizio dei cantieri per la nuova pista.

Il “Bob bar”, una casetta di legno stile chalet alpino, verrà rilocata ma ancora non si sa se verrà ripristinata o se verrà dimenticata del tutto. Di questo non si è parlato e non si hanno le idee chiare.

 

Il masterplan della pista originale - proseguiva Argenta - consegnato con il report delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026 prevedeva il rifacimento del “bob bar” nello stesso piazzale dove si trova ora, era uno degli edifici ancillari alla pista così come il museo. Nel nuovo progetto esecutivo, datato 15 dicembre 2023, tra le modifiche per ottenere il famoso “progetto light”, la ricostruzione dell'edificio del bar non è più previstacosì come il museo e alcuni parcheggi alla partenza della pista (con conseguente riduzione del taglio boschivo). Al suo posto si trova una semplice “sistemazione della piazza con livellamento”.

 

 

 

 

 

 

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L'articolo di Argenta dello scorso 9 febbraio si chiudeva con una riflessione.

 

Lo sgombero nel giro di pochi giorni e la chiusura di attività legate al territorio rimandano infatti ad altri tempi: esistono sempre colonizzatori e colonizzati solo che oggi i colonizzati sono gli abitanti delle località di montagna impattate dalle grandi opere (siano esse sportive o infrastrutturali). Sessant'anni dopo gli scritti di Tina Merlin l'impressione è che sia cambiato ben poco nelle dinamiche di potere tra lo Stato, le organizzazioni rappresentative dell'industria e i territori, e di come ancora non si riesca a investire in infrastrutture utili al cittadino definendo prima con i cittadini stessi quali sono i servizi che servono realmente alle comunità. Lo sgombero del "Bob bar" è lo sgombero del montanaro dalla montagna per lasciare posto al profitto e, in questo caso, all' "orgoglio italiano" fatto di calcestruzzo.

Di questa frenesia pre-olimpiade verranno ricordate poche cose e tra queste la violenza con cui la politica guarda e tratta le sue aree periferiche, in primis la montagna. La stessa politica che in montagna promette sviluppo, sicurezza e prosperità, ma che alla fine lascia solo dei “piazzali vuoti con livellamento”.

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