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Attualità

La pista da bob di Cesana Pariol verrà smantellata. L'"ecomostro" piemontese è inutilizzato da tredici anni (VIDEO). Il ministro Abodi: "L'area sarà sottoposta a ricucitura ambientale"

Sembra tramontare anche l'ipotesi dello "Ski Dome" che, invece, sarebbe gradito all'amministrazione comunale di Cesana: nelle intenzioni ci sarebbe quella di realizzare la pista da sci al coperto più grande d'Europa, forse del mondo con quasi 900 metri di lunghezza. Le parole del ministro, però, sembrano scongiurare anche tale ipotesi

di
Daniele Loss
26 novembre | 17:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

TRENTO. La pista da bob di Cesana Pariol verrà smantellata. Il destino della struttura piemontese è segnato: l'annuncio è arrivato direttamente dal ministro dello sport Andrea Abodi, durante la trasmissione "Un giorno da Pecora," in onda su Rai Radio 1.

 

Durante un focus sulle Olimpiadi di Milano - Cortina 2026, l'esponente del Governo Meloni ha confermato che pista costruita per le Olimpiadi di Torino 2006, che versa in stato di totale abbandono dal 2011 verrà dismessa per procedere successivamente "ad una ricucitura ambientale".

 

Il Piemonte aveva provato a rilanciare l'impianto, proponendolo - dopo adeguata ristrutturazione - come sede per le gare di bob, slittino e skeleton delle Olimpiadi in programma tra due anni in Italia, ma non c'era stato verso di convincere la politica nazionale - in primis il Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini - e il Comitato Organizzatore, nonostante i ripetuti tentativi operati dal Governatore di Forza Italia Alberto Cirio.

 

Con la nascita della nuova pista da bob di Cortina (che dovrebbe essere pronta per marzo 2025), l'impianto di Cesana Pariol, abbandonato da 12 anni, non ha più senso di esistere e, visto che l'Italia avrà una struttura nuova e moderna (se poi sarà funzionale, utilizzata, questo lo dirà solamente il tempo), che senso avrebbe anche solo pensare di riqualificare la struttura piemontese?

 

Lo stesso presidente della Regione Cirio ha spiegato che le parole di Abodi sono "una conferma dell'impegno preso nei mesi scorsi di voler sanare una ferita aperta sul territorio". Resteranno solamente il "pistino" di spinta e un locale, che un tempo ospitava un ristorante. Che le condizioni dell'impianto di Cesana Pariol fossero disastrose era stato documentato qualche settimana fa da L'Altramontagna con un VIDEO realizzato in loco dal coordinatore del progetto Pietro Lacasella.

 

I soldi per l'operazione ci sono: la Regione ha a disposizione 13 milioni di euro che fanno parte del pacchetto di 1,2 miliardi di fondi europei destinati al Piemonte e che potranno essere impiegati per rimuovere la struttura e procedere alla riqualificazione. Parole, quelle di Abodi, che sembrano mettere la pietra tombale anche sui propositi dell'amministrazione del comune della Val Susa, che al posto della pista da bob avrebbe voluto costruire uno Ski Dome, ovvero una pista da sci al coperto che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto essere la più lunga d'Europa, se non addirittura del mondo.

 

La pista da bob di Cesana sarà solamente un brutto ricordo e il simbolo di un enorme spreco di denaro pubblico (110 milioni di euro) visto che, dopo i Giochi Olimpici di Torino 2006, la struttura ospitò una ventina di eventi nei 5 anni successivi, tra i quali la Coppa del Mondo di bob 2009 e i Mondiali di slittino nel 2011. L'idea di coprire gli esorbitanti costi di gestione, trasformando l'impianto in un'attrazione di tipo turistico, fallì miseramente, visto che il cosiddetto servizio di "taxi bob", che offriva la possibilità ai turisti di scendere a grandi velocità, pilotati da ex atleti, non riscosse alcun successo.

 

Si chiuderà, dunque, con l'inevitabile rimozione, la "saga" di un "ecomostro" diventato, nel volgere di appena un quinquennio una "cattedrale nel deserto": tra l'altro, originariamente, la pista da bob in terra piemontese non avrebbe dovuto sorgere nemmeno a Cesana, ma a Jouvenceaux, nel comune di Sauze d'Oulx, ma il ritrovamento di amianto all'interno del sito obbligò al cambio di location.

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