In treno dalla costa alle montagne abruzzesi (700 metri), ma il nuovo regionale veloce Pescara-L'Aquila sopprime le fermate intermedie. Il malcontento dei sindaci
"La decisione della Regione e Trenitalia di sopprimere le fermate nelle stazioni del territorio in favore di un collegamento diretto tra Pescara e L’Aquila non aiuta certamente i cittadini della Valle Subequana ad uscire dall’isolamento" scrivono gli amministratori
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Lunedì 16 dicembre alle porte di Sulmona (AQ) è stata inaugurata una bretella ferroviaria che permette di collegare più velocemente la città di Pescara, il centro più importante dell'Abruzzo, lungo la costa adriatica, con L'Aquila, il capoluogo d'Appennino, in montagna, a oltre 700 metri sul livello del mare. Riassunto di Regione Abruzzo, a margine della cerimonia: "Avvicinare il capoluogo regionale alla costa, mettere Pescara e L'Aquila in condizione di essere collegati con una tratta più diretta e veloce, senza la perdita di tempo fino a oggi necessaria per poter invertire la marcia una volta entrati e usciti da Sulmona". L'investimento complessivo è stato superiore ai 10 milioni di euro.
Nei giorni scorsi, Trenitalia ha potuto così annunciare che "la principale novità dell'orario invernale è rappresentata da una coppia di collegamenti diretti tra Pescara e L'Aquila, in circolazione nei giorni feriali, che faranno fermata anche nella nuova stazione di Sulmona Santa Rufina e che percorreranno la Bretella di Sulmona". Uno è in partenza da Pescara Centrale alle 12:17 con arrivo a L'Aquila alle 14:02. L'altro lascia L'Aquila alle 19:27 e arriva a Pescara Centrale (21:12). Nessuna delle due raggiunge il traguardo roboante annunciato nei comunicati stampa, un collegamento in 100 minuti tra le due città, ma al netto dei cinque minuti di scarto tra quanto dichiarato e quanto si può riscontrare sugli orari consultabili su tranitalia.com, il problema segnalato da alcuni amministratori in Abruzzo è che le due corse dirette in regionale veloce Rv hanno cancellato di fatto due treni al servizio dei pendolari delle aree interne, in particolare quelli della Valle Subequana, quella del fiume Aterno.
"Non si può confondere il treno veloce con la corsa ordinaria. Altrimenti non sarebbe veloce" ha spiegato a Sulmona, durante l'inaugurazione, il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio (che dell'Appennino si era dimenticato anche in campagna elettorale). "Se poi ogni treno facesse ogni fermata – ha detto – non avremmo treni veloci, è evidente che grazie alla realizzazione della bretella con RFI si deve ridefinire anche l’orario e il numero dei treni che viaggiano. Noi stiamo acquistando anche nuovi treni per rendere sempre più efficiente il servizio ferroviario in Abruzzo e aumentare l’intensificazione delle corse che fanno tutte le fermate tra L'Aquila e Sulmona che, a oggi, sono una dozzina in andata e altrettanti in rientro. Certo, si può sempre migliorare, ci confronteremo e ascolteremo sempre il territorio per capire come rendere ancora più adeguati orari e servizi alle esigenze di chi vive in questi luoghi”.
L'amministrazione regionale dimostra di aver ricevuto forti e chiare le critiche che tutti i sindaci della Valle Subequana hanno indirizzato nei confronti dell'amministrazione e di Trenitalia, con un comunicato stampa firmato dai sindaci di Acciano (Fabio Camilli), Castel di Ieri (Fernando Fabrizio), Castelvecchio Subequo (Marisa Valeri), Fontecchio (Sabrina Ciancone), Fagnano Alto (Francesco D’Amore), Gagliano Aterno (Luca Santilli), Goriano Sicoli (Rodolfo Marganelli), Molina Aterno (Luigi Fasciani), Secinaro (Noemi Silveri) e Tione degli Abruzzi (Stefania Mariani).
"La decisione della Regione e Trenitalia di sopprimere le fermate nelle stazioni del territorio in favore di un collegamento diretto tra Pescara e L’Aquila non aiuta certamente i cittadini della Valle Subequana ad uscire dall’isolamento" scrivono gli amministratori.
"La stazione di riferimento per il territorio è quella di Molina Aterno - spiega il sindaco di Acciano, Fabio Camilli, raggiungo telefonicamente da L'AltraMontagna - mentre le altre già oggi non vedono fermate. Facciamo fronte comune, come sempre quando vengono minacciati servizi essenziali".
Camilli lamenta il fatto che la soppressione di questa coppia di treni, arrivata in nome della velocizzazione del collegamento, sia avvenuta "stata alcuna comunicazione ufficiale, né da parte di Trenitalia né da parte della Regione, inserendo una coppia di treni che però di fatto sostituisce le corse che facevano fermata nelle nostre stazioni". Non un servizio aggiuntivo, quindi, ma un servizio alternativo, che - secondo gli amministratori - non terrebbe conto delle esigenze del territorio.
"Se questo investimento, come ci dicono, nasce per accorciare le distanze tra le aree interne e la costa, non c'è scelta più sbagliata di quella di cancellare questa coppia di treni. Come fanno i cittadini della Valle Subequana ad usufruire di questo servizio se le fermate non ci sono più? Noi abbiamo già espresso disappunto a Regione e Trenitalia, per non esser stati coinvolti nel processo decisionale né informati in modo diretto. A questo punto chiederemo un incontro urgente, che però avrebbe dovuto tenersi prima di oggi. Siamo pronti a tutto, anche a valutare azioni legali" sottolinea Camilli.
Che poi aggiunge: "Da oggi, 16 dicembre 2024, il treno delle 13.05 che collegava Sulmona con L'Aquila e quello delle 19.05 che collegava L'Aquila a Sulmona, treni per i pendolari della nostra valle, non ci sono più, perché al loro posto passa un treno veloce che va da L'Aquila e Pescara. Secondo l'assessore regionale ai Trasporti, erano le corse con il più basso utilizzo, ma a noi non risulta così".
Chi era abituato al Sulmona-L'Aquila delle 13:05, dovrà aspettare il treno delle 14:24. Chi la sera torna a casa in Valle Subequana dopo una giornata di lavoro, invece, non avendo più a disposizione il treno delle 19:05 dovrà attendere le 20:18. Oltre un'ora di ritardo, per un tragitto di 37', tra L'Aquila e la stazione di Molina-Castelvecchio Subequo.
Foto in copertina di Giorgio Stagni - commons.wikimedia.org