Risonanze e Tac, per Gabanelli in Trentino strumentazioni obsolete. L’Azienda sanitaria: “Macchine aggiornate già nel 2020: e nel 2025 nuovo investimento per rinnovarle”
L'analisi di Dataroom sul Corriere della Sera metteva Trento e il Trentino tra i "fanalini di coda", in Italia, per i macchinari sanitari, vecchi e inadeguati. Alessandro Reolon, direttore di ingegneria clinica dell'Apss di Trento, ci aiuta a tracciare un quadro della situazione
TRENTO. Non poteva certo passare inosservata – o non destare preoccupazione – l'analisi riportata nel consueto "Dataroom" del lunedì a firma Milena Gabanelli e Simone Ravizza sul Corriere della Sera. Il focus? Un tema scottante: lo stato (allarmante) delle cosiddette "grandi apparecchiature" sanitarie in Italia.
Mammografi, risonanze magnetiche, Tac, tanto per capirsi: macchinari cruciali per la diagnostica che, stando ai numeri, sembrano sempre più vecchi e inadeguati.
E tra le realtà che arrancano a tenere il passo con l’innovazione c’è anche l’Azienda Sanitaria di Trento.
Tra i tanti numeri significativi proposti dal "Dataroom", si evince infatti che il Trentino nel proprio “parco macchine” avrebbe il 67% dei suoi macchinari per le risonanze magnetiche e il 55% delle Tac ormai sopra i 10 anni di utilizzo; e quindi obsoleti.
Una panoramica, quella generata dai dati raccolti ed elaborati da Agenas e aggiornati al 31 dicembre 2023, che su Trento e il Trentino sembrerebbe però non "al corrente" di alcuni importanti aggiornamenti recenti.
Da questo punto parte la nostra intervista ad Alessandro Reolon, direttore di ingegneria clinica dell'Apss di Trento.
Direttore, i numeri riportati nell'articolo riflettono la realtà attuale della Provincia di Trento?
“Non completamente. Mi spiego: delle 7 risonanze magnetiche in uso, solo 2 hanno più di 10 anni, e va sottolineato che nel 2020 sono stati fatti interventi di rinnovo su alcune apparecchiature che garantiscono efficienza per almeno altri 10 anni. Forse il dato riportato non tiene conto di queste operazioni di aggiornamento. Inoltre, per una di queste abbiamo già programmato un aggiornamento tecnologico nell'anno 2026”.
E per quanto riguarda le Tac?
“Attualmente abbiamo 12 Tac in uso, di cui 5 hanno più di 10 anni. Tuttavia, tutte sono coperte da un contratto di manutenzione che ne garantisce l'efficienza e la continuità operativa. Queste 5 Tac verranno sostituite grazie ai fondi del Pnrr entro il 2025: i lavori di installazione delle nuove apparecchiature, già acquistate, permetteranno di mantenere un elevato standard tecnologico. Si tratta di un investimento importante sotto tutti i punti di vista”.
Il parametro dei 10 anni è uno "spartiacque" per valutare l’obsolescenza delle apparecchiature mediche?
“No, in effetti rispetto a quello che emerge dall'analisi del Corriere della Sera devo evidenziare che come Associazione Ingegneri Clinici, e io ne faccio parte, tendiamo a non considerare i 10 anni come un limite rigido: le apparecchiature acquistate dai fornitori vengono garantite per almeno 10 anni in termini di manutenzione e aggiornamenti, ma ciò non significa che debbano essere necessariamente sostituite dopo questo periodo. Molti dispositivi hanno una vita utile che può superare i 10 anni, e le aziende produttrici, come nel caso delle Tac, ci assicurano che queste attrezzature possono essere operative ed efficienti anche oltre questo termine”.
E per quanto riguarda i mammografi?
“Su questo punto devo dire che la Provincia di Trento è in una situazione decisamente positiva. Anche se non siamo stati menzionati nello specifico nell'analisi di "Dataroom", posso confermare che tutti i nostri mammografi utilizzano le più recenti tecnologie del 3D, e 6 dei 7 presenti sul territorio hanno meno di 10 anni. Questo ci pone tra le realtà più virtuose a livello nazionale, assicurandoci di poter offrire un servizio di alta qualità e precisione nella diagnosi”.
In che modo l'evoluzione tecnologica influisce sulla programmazione delle sostituzioni? La tecnologia corre così veloce da rendere obsolete le apparecchiature in breve tempo?
“L’evoluzione tecnologica in campo medico non segue una curva lineare continua, ma procede per step. A volte ci sono introduzioni di novità significative, ma è un settore molto specifico e particolare. Non stiamo parlando di nuovi modelli di smartphone, o neanche di nuovi modelli di automobili, tanto per farsi un'idea. E non tutte le apparecchiature diventano obsolete allo stesso ritmo: ciò che conta è avere una buona programmazione per il rinnovo tecnologico, e i 10 anni da questo punto di vista in effetti sono un parametro che ci aiuta a pianificare; ma, ancora una volta, non rappresentano un punto di rottura netto”.
Quali sono le principali sfide nell’assicurare la qualità delle attrezzature mediche?
“Una delle principali sfide è gestire l'intero ciclo di vita delle apparecchiature mediche, dall'acquisto alla dismissione, garantendo sicurezza, efficienza e continuità del servizio. Questo richiede un'attenzione costante non solo sugli aggiornamenti tecnologici, ma anche sulla manutenzione e gestione del rischio. L'obiettivo è mantenere un equilibrio tra il rinnovamento tecnologico e la sostenibilità economica, in modo da garantire che i pazienti abbiano accesso alle migliori cure possibili”.