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Pista da bob di Cortina? ''Per il Cio nessun uso sostenibile o eredità per il territorio. Per farla si distruggeranno 20mila metri quadri di bosco, 500 larici secolari''

Il Cio continua a ribadire la sua contrarietà a un'opera che ormai è sostenuta essenzialmente dal duo Salvini-Zaia e che rischia di diventare una pesantissima eredità per il territorio ampezzano. Luana Zanella pone l'attenzione anche sui disboscamenti che si dovranno fare per lasciare spazio al budello di cemento e acciaio 

Di Luca Pianesi - 05 febbraio 2024 - 09:50

CORTINA. ''La superficie di bosco che verrà distrutta, come emerge dai documenti di gara, è di 19.980 metri quadri. Piccole pianticelle sostituiranno 500 larici secolari che verranno presi a picconate per la follia di Salvini e Zaia". È quanto afferma Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, che aggiunge così 'benzina al fuoco' di una polemica che ha già travolto il duo leghista composto dal ministro alle infrastrutture e presidente della regione Veneto che si stanno redendo protagonisti di questa kafkiana vicenda.

 

Spendere oltre un centinaio di milioni di euro di risorse pubbliche degli italiani per realizzare una pista da bob che nasce fallita (come insegna la storia di Cesana a Torino), che servirà un movimento composto da poche decine di atleti (talmente pochi da non riuscire nemmeno a portare alle olimpiadi giovanili la nazionale di skeleton e bob) e che rimarrà sulle casse di un territorio, quello Ampezzano, che necessiterebbe di infrastrutture vere, di mezzi pubblici, di medici, di servizi e invece si ritroverà a dover spendere centinaia di migliaia di euro di risorse comunali (dalle casse del Comune di Cortina) solo per tenere in funzione questa cattedrale nel deserto.

 

Un'assurdità bocciata a più riprese dal Comitato olimpico internazionale che in tutti i modi ha ribadito come sia chiaro che la pista da bob di Cortina non lascerà un'eredità positiva sul territorio. E moltissimi sono i dubbi anche sulle tempistiche di realizzazione. Manca poco tempo e il Cio è molto dubbioso sul fatto che l'Italia (che, intanto si è già affidata a 90 operai norvegesi per farli lavorare h24, anche di notte con il freddo dell'inverno, alla faccia delle ricadute sul territorio) riuscirà ad arrivare pronta con la pista per realizzare i collaudi previsti con circa un anno di anticipo sulle gare.

 

Concetti ribaditi anche da Zanella che chiosa: ''Intanto il Ciò fa sapere che il progetto della pista a Cortina non include alcun ‘uso sostenibile o eredità praticabile dopo i Giochi e non fornisce un luogo che soddisfi tutti i requisiti tecnici, aumentando significativamente i costi e la complessità per il Comitato Organizzatore che dovrà colmare le lacune’.''. Insomma il Cio suggerisce comunque di strutturare un piano B alla pista di Cortina. Nel frattempo, però, cemento e acciaio si faranno strada tra alberi e boschi. Con buona pace della 'sostenibilità' che doveva essere il faro guida di questi Giochi italiani. 

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