Dal Kosovo a Trento, apre il cocktail bar "stellato" "Das Q". Il titolare: "Ho realizzato il mio sogno. Spiegheremo sia gli ingredienti, che come bere in modo corretto ogni drink"
Ha aperto ufficialmente dalla scorsa settimana il locale in via Vittorio Veneto che propone non solo cocktail, ma anche degustazioni con musica dal vivo. Karpuzi: "Sono arrivato qui nel 2004 per ricongiungermi con mio padre. Dopo anni nella ristorazione, ora il mio sogno di aprire un bar si è realizzato. Voglio regalare alle persone dei cocktail che saranno un'esperienza"

TRENTO. Un "bar stellato" per degustare cocktail di qualità, dove gli ingredienti, la preparazione ma anche la tecnica per bere ogni drink sono spiegati al cliente: è questa l'idea del giovane Shkumbin Karpuzi, 26enne originario del Kosovo che dalla scorsa settimana ha aperto ufficialmente il suo bar "Das Q", in via Vittorio Veneto, prendendo il posto dell'ex bar Zorbas.

"Sono tre anni che cerco un locale e ora il mio sogno si è realizzato - racconta a Il Dolomiti il titolare Karpuzi, che gestisce il locale con la compagna Manuela - non sarà solo un bar dove bere, ma una vera e propria esperienza. Vogliamo dare particolare attenzione al drink come esperienza gustativa. Per assaporarlo al meglio ci sarà una spiegazione riguardo la tecnica su come bere".
Un grande sogno quello di Karpuzi, arrivato dal Kosovo nel 2004, a soli 8 anni per ricongiungersi con il padre, scappato in Italia in fuga dalla guerra. "Ho sempre lavorato nel mondo della ristorazione - prosegue - in ristoranti e bar tra il lago di Garda e Madonna di Campiglio. Dodici stagioni fino adesso e tante tante ore di lavoro. Ma il mio sogno è sempre rimasto lo stesso, aprire un bar tutto mio. Io amo stare a contatto con le persone e renderle felici".
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Non un percorso facile fin da subito, quello del 26enne arrivato da Pristina, in Kosovo: "E' stato molto difficile e doloroso integrarmi inizialmente, non conoscevo la lingua e mi sentivo diverso. Mi mancava moltissimo il mio paese, e soprattutto la mia parte di famiglia che avevo lasciato lì".
Dopo aver conseguito a pieni voti l'attestato di barman a Roma, il giovane si è specializzato per conto proprio in mixology, definita come "l'arte del bere miscelato" per trovare l'equilibrio tra ingredienti e tecniche di cucina applicate ai cocktail.

Dal ghiaccio, preparato seguendo una certa congelazione e tagliato in un certo modo in base al tipo di cocktail, agli infusi fatti in casa con ingredienti di qualità. Non mancheranno birra, solo artigianale e vini biologici.
La ristrutturazione è durata due mesi, conferma il titolare, "per creare un'atmosfera anni '50 con un arredamento appositamente studiato in stile vintage, con la cura per ogni dettaglio: abbiamo valorizzato il bancone storico già presente nel locale, tutto in legno di faggio".

Il progetto sarebbe realizzare una serie di eventi in orario aperitivo e prima serata, con degustazioni, musica live in consolle, soprattutto jazz e blues.