Spinelli: ''Trentino ai primi posti nell'integrare gli stranieri e agli ultimi per i disabili'' (VIDEO). Ma è così?
L'assessore ha spiazzato un po' tutti lunedì durante la trasmissione di Trentino Tv ''Filo Diretto''. Rossi ha chiesto i dati e Ghezzi ha fatto un'interrogazione. In attesa dei numeri abbiamo analizzato quelli di Istat e Report Osservasalute che sembrerebbero raccontare un'altra storia
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TRENTO. ''Il Trentino è ai primi posti per la capacità di integrare gli immigrati quindi ha avuto delle grandissime politiche di integrazione delle persone che arrivavano dall'estero ed è agli ultimi posti per la capacità di integrare le persone portatrici di svantaggi fisici e psichici, quindi portatori di handicap. Pensiamo si debba invertire questo rapporto''. Così l'assessore allo sviluppo, ricerca e lavoro Achille Spinelli nel corso della trasmissione televisiva “Filo Diretto” su Trentino Tv, andata in onda lunedì 21 gennaio. Una frase che ha spiazzato almeno due dei suoi interlocutori, Ugo Rossi e Paolo Ghezzi, presenti durante la puntata e che è suonata davvero molto strana da un lato perché elogia, quindi, il sistema di accoglienza del Trentino (che la sua giunta ora sta cercando di smantellare in tutto e per tutto) e dall'altro spiega che per quanto riguarda l'assistenza ai disabili la nostra provincia sarebbe agli ultimi posti in Italia.
In trasmissione Rossi ha chiesto a Spinelli dove avesse recuperato quei dati e ha precisato che ora ''è un pubblico amministratore della Provincia di Trento, tra l'altro un assessore tecnico'' e ha quindi insistito per avere dei riferimenti oggettivi rispetto a quanto detto dal numero uno allo sviluppo, ricerca e lavoro della Pat. Stessa cosa l'ha chiesta ieri Ghezzi che ha depositato un'interrogazione in consiglio provinciale per sapere ''in base a quali studi, rapporti, indagini o dati statistici si possa affermare che, in Trentino, il sistema di integrazione dei cittadini disabili è agli ultimi posti'' aggiungendo che se davvero così fosse ''come la giunta provinciale intenda migliorare, potenziare, allargare, maggiormente finanziare il sistema di integrazione dei cittadini disabili''.
In attesa di conoscere i dati dell'assessore Spinelli abbiamo cercato di approfondire con gli studi esistenti ovviamente sperando che possano essere di ulteriore incentivo a migliorare ancora di più le cose, prevedendo maggiori investimenti e cercando sempre di aumentare l'integrazione dei cittadini disabili nel nostro sistema. E quindi andando a sbarrierare sempre più strade e accessi pubblici, incentivando politiche di inclusione sociale e lavorativa, facilitando percorsi di formazione e di assistenza.
Ma analizzando i dati dell'Istat e quelli, più specifici, del Rapporto Osservasalute dell’Università Cattolica del Sacro Cuore si evince sempre e comunque il contrario. Sia a livello di spesa che di gradimento la Provincia di Trento, negli anni passati, è sempre risultata ai vertici delle classifiche nazionali anche in tema di ''disabilità''.
Il report di Osservasalute, per esempio, analizza le difficoltà che le persone con disabilità devono affrontare nella vita di tutti i giorni, il benessere psicologico, la presenza di dolore fisico e il suo impatto nella quotidianità e, infine, la presenza di una rete sociale. Ovviamente il dato più importante, per quanto riguarda quel che diceva l'assessore Spinelli è quello che si riferisce alla ''presenza di una rete sociale'' che assista il disabile. E in questo senso sono proprio le persone con limitazioni (coloro che sono affetti da qualche tipo di handicap) a dare la loro opinione. Il grado di supporto sociale è percepito come ''forte'' per il 37,6% di quelli con età compresa tra 14 e 64 anni, in Trentino (ed è il dato più alto in Italia) contro una media nazionale del 20,2% e per il 34,6% di quelli con più di 65 anni (meglio fa solo l'Umbria con il 41,4%) contro una media nazionale ferma al 25,3%.
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E se questi erano i dati riferiti al 2017 quelli del 2016 del Report, letti ancora più in maniera generica, erano altrettanto positivi. Ci affidiamo, in questo senso all'analisi del Giornale dell'Associazione Italiana delle Scienze Regionali che spiega: 'si evidenzia una migliore percezione dello stato di salute delle persone con disabilità nelle PA di Bolzano e Trento (rispettivamente, con il 14,7% e 16,4%), mentre una peggiore percezione in Sardegna (34.9%), Calabria (33.5%), Sicilia (33.3%) e Puglia (31,4%)''.
''L’osservazione - si prosegue sempre in riferimento ai dati del 2016 - dei quozienti standardizzati permette di analizzare la percezione dello stato di salute nelle singole regioni eliminando le differenze dovute ad una diversa struttura per età. Essi confermano quanto evidenziato nell’analisi precedente con le regioni del Sud dove si ha una peggiore percezione dello stato di salute da parte delle persone con limitazioni nelle attività quotidiane, soprattutto nelle regioni della Puglia (21.7%), Sicilia (23.7%), Calabria (23.7%) e Sardegna (25.6%) i cui valori risultano nettamente superiori al valore nazionale (18.0%), mentre nelle due provincie di Bolzano e Trento si continua ad avere una migliore percezione dello stato di salute (rispettivamente, 12.0% e 11.4%)''.
Ma se non basta la percezione passiamo agli investimenti. L'Istat nell'ultimo report sulla spesa per i servizi sociali dei comuni nelle diverse regioni fissa che per questa voce i Comuni italiani hanno speso in media rispetto alla popolazione totale, pro capite 116 euro nel 2016 e si va dalla super eccellenza Provincia di Bolzano con 517 euro al picco negativo fatto registrare dalla Calabria con 22 euro. La Provincia di Trento si ferma (si fa per dire) a 252 euro risultando, comunque, la seconda più virtuosa dopo Bolzano.
E in valori percentuali la voce ''disabilità'' è quella che è più finanziata (con il 24,3%) dalle politiche sociali, seconda solo alla voce ''famiglie e minori'' (cui è destinato il 38,2% delle risorse). A livello pro capite, quindi riferendosi alla quota di disabili, infine, la Provincia di Trento investe 9.797 euro. In Italia meglio fanno solo l'Alto Adige con 15.141 euro e il Friuli Venezia Giulia con 11.483 euro. La media italiana è di 2.854 euro. Si deve fare di più, questo è certo, per migliolrare