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Da ''Campiglio modello vincente'' di Failoni agli stagionali fuori media di Folgaria ski. E se la politica facesse un passo indietro e ci si affidasse agli esperti?

In realtà l'Alpe Cimbra non rappresenta proprio un'anomalia. Così fanno tutte le stazioni, in modo più o meno virtuoso. La necessità vera è quella di fare sistema e riequilibrare un intero comparto. Il modello di Campiglio forse non può andare bene per la Panarotta, il Bondone, Folgaria. Località più piccole che "forniscono" e "istruiscono" gli sciatori che poi si spostano nei caroselli dell'arco alpino

Di Luca Andreazza - 19 marzo 2019 - 05:01

TRENTO. L'assessore Roberto Failoni, ospite delle funivie di Campiglio, rilancia il turismo secondo il modello campilero, mentre tra le interrogazioni del Movimento 5 stelle emerge una situazione particolare in quel di Folgaria per una netta discrepanza tra il prezzo degli skipass stagionali e gli incassi effettivi. Se nel primo caso si può dire che è ora di fare un ragionamento più a 360 gradi, non è un'anomalia la seconda criticità. Forse in linea generale servirebbe un confronto più schietto tra le diverse località e ci si dovrebbe affidare agli esperti piuttosto che alla politica. 

 

"Questo dato deve far riflettere fortemente in quanto si sta promuovendo un'offerta in maniera inefficace e in danno all'azienda stessa", questo quanto emerge nella relazione dell'ingegnere Franco Falcieri in merito all'analisi di gestione societaria di Folgaria ski per l'esercizio 2016/17.

 

Il dato è quello della media di 200 euro di incasso a skipass stagionale. "Considerando gli stagionali venduti, riferendo ai dati degli anni passati [...] e in particolare sulle gratuità, emerge che in funzione di un venduto di circa 5 mila skipass stagionali il fatturato ammonta a circa 1 milione di euro, per un incasso medio di 200 euro skipass stagionale. Tale importo risulta essere molto inferiore rispetto al prezzo pieno di 485 euro stagionale adulto (445 euro in prevendita) che di fatto rappresenta per molti utenti un prezzo distante dalle proprie disponibilità economiche".

 

Nel frattempo, complice la classica rimodulazione dei prezzi del 5% per un aggiornamento all'inflazione, il costo pieno dello skipass stagionale è cresciuto a 520 euro adulto nella stagione 2918/19, ma la media probabilmente è variata poco. Tra prevendita, agevolazioni per bimbi, pacchetti famigliasci club diventa difficile mantenere la proposta da listino. Si voglia un motivo o un altro, uno sconticino non si nega praticamente a nessuno

 

Un'evidenza è la card Amici Alpe Cimbra: questa stagione a fronte della affiliazione a 10 euro e l'acquisto dello stagionale entro il 9 dicembre il prezzo si abbassa drasticamente. Questa tessera si trova ovunque, soprattutto negli esercizi della località e in questo modo gli adulti passano da 520 euro a 400 euro, gli universitari a 300 euro. "Ad oggi emergono ancora troppi conflitti di interesse - riflette Falcieri - non ultimo quello relativo alla vendita degli skipass per tramite del club Amici Alpe Cimbra tra cui i soci fondatori figurano il presidente e un amministratore delegato della Folgaria Ski. Se ne evincerà una situazione alquanto critica e che potrebbe esporre la società anche a danni economici a favore degli interessi degli stessi amministratori e/o alcuni club, creando di fatto delle discriminazioni nei confronti dei clienti".

 

Ma in Folgaria lo stagionale è tra i più alti del Trentino occidentale, sistema Skirama (skipass stagionale per 8 località a 765 euro): costa di più in Tonale (703 euro), Campiglio (655 euro) e Paganella (570 euro). Poi arrivano le altre stazioni: da Folgarida-Marilleva (490 euro) a Pinzolo (485 euro), Bondone (399 euro) e Pejo (390 euro). Alcuni permettono anche il bistagionale, cioè usufruire degli impianti anche nella stagione estiva, quella di bike e downhill.

 

In alcuni casi i prezzi sono superiori anche rispetto al Trentino orientale, sistema Dolomitisuperski (870 euro e possibilità di sciare in Alto Adige e bellunese). Si va da Fiemme (550 euro) a San Martino (470 euro) e nel mezzo Alpe Lusia-San Pellegrino (540 euro) e Fassa (500 euro).

 

Insomma, le criticità a Folgaria sono note dall'aprile del 2017 ma nessuno si sarebbe preoccupato di approfondire e porre rimedio alla situazione. Chiaro fa rumore, la località è reduce dalla trasformazione di Carosello ski in Folgaria ski per evitare il tracollo: 12,5 milioni di euro da Trentino sviluppo, le 14 banche che hanno abbassato il tasso medio a 0,4% per un risparmio decennale di 7 milioni, il milione del Comune, 500 mila euro da Tempo libero (controllata di Folgaria ski) e 1,5 milioni dai privati per continuare a far girare gli impianti.

 

Un'operazione legittima, come la più recente acquisizione di Funivie Campiglio di Funivie Folgarida-Marilleva. Magari la gestione non è stata tra le migliori e tra le più lucide, ma il piano di salvataggio è stato quanto mai opportuno.

 

L'eventuale chiusura degli impianti di una località che vive di turismo, sarebbe stata drammatica tra perdita di indotto, occupazione e immagine per tutto il Trentino. Diversamente si sarebbe resa l'Alpe Cimbra tra le località più povere d'Italia nel giro di pochi mesi con ripercussioni per tutto il territorio provinciale. Questo non si può mettere in discussione, Folgaria è un player importante

 

E' evidente che in Folgaria gli incassi medi da stagionale sono particolarmente bassi, inferiore al 50% del prezzo da listino. Gli stagionali sono un po' come fare il pieno di benzina prima di partire per un viaggio: la gestione è un equilibrismo tra residenti e turisti, giornalieri e settimanali. Difficile entrare nel merito delle politiche tariffarie e commerciali, sono aziende formalmente private ma per il bene del settore trentino.

 

E in realtà l'Alpe Cimbra non rappresenta proprio un'anomalia. Così fanno tutte le stazioni, in modo più o meno virtuoso. La necessità vera è quella di fare sistema e riequilibrare un interno comparto. E in questo caso servirebbe forse un "commissariamento" dell'intero settore neve. Affidarsi a un board. Si possono ipotizzare anche alcuni nomi per competenze, conoscenze, esperienze e professionalità. Un quadrumvirato composto da Valeria Ghezzi (presidente Anef e funivie San Martino), Fulvio Rigotti (Trentino sviluppo, presidente Trento Funivie e ad nella prima delicatissima fase di Folgarida-Marilleva), Michele Bertolini (ad di Adamello ski) e Luciano Rizzi (presidente delle Apt).

 

Il compito dovrebbe essere quello di tracciare una direzione e trovare una strategia, soprattutto aprire una finestra sul futuro. Ormai le località sono strutturate, rinunciare a stazioni sciistiche sarebbe evidentemente sbagliato. Non ha nemmeno senso abbandonare tout court la tradizione, ma si deve saper interpretare e anticipare quello che verrà

 

Da un lato trovare una strategia industriale, un equilibrio di prezzi e sconti, cioè politiche commerciali non eccessivamente aggressive dei grandi caroselli: parlarsi, vigilare e pescare un piano articolato. I piccoli per caratteristiche e diversità non possono rincorrere i grandi nell'abbassare le tariffe a fronte dei costi fissi. E dall'altra parte avere il coraggio di trovare già un segmento sul quale scommettere per diventare i leader del futuro alla luce del cambiamento climatico

 

Il ruolo della politica? Nessuno. Lasciare fare e recepire. Nel momento in cui arriva la politica spesso inizia il declino. Così è successo in Bondone, quando il Comune ha iniziato a intervenire un po' troppo. Così è successo a Folgaria. Così succede un po' ovunque, quando l'ente pubblico finanzia (troppo e non sempre eccepibile nei controlli) e magari non si limita solo a indicare un'idea, una rotta auspicata, ma sfocia nell'ingerenza inizia quasi sempre qualche guaio.

 

Anche perché, non solo ora, ma non sembra di vedere all'orizzonte politici illuminati in senso stretto. Ci si deve accontentare di qualche banalità, come il presidente Maurizio Fugatti e l'assessore Roberto Failoni a indicare prima il futuro esclusivamente nella neve e poi Campiglio come un modello assolutamente vincente. E da un pinzolero in casa propria e negli uffici della società impianti difficile aspettarsi qualcosa di diverso.

 

Evidente anche qui, Campiglio è un modello vincente, ma è Campiglio: la fortuna delle Dolomiti, la prossimità alla Val di Sole e tante altre peculiarità.  Ma il modello di Campiglio forse non può andare bene per la Panarotta, il Bondone, Folgaria e quelle stazioni che non si chiamano Campiglio. Località più piccole che "forniscono" e "istruiscono" gli sciatori che poi si spostano nei caroselli dell'arco alpino.

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