Kristian Ghedina e Federico Liberatore di corsa al Festival dello Sport per lanciare i Mondiali di Fassa e Cortina
L'intervista all'ex discesista tra i protagonisti alla kermesse di Gazzetta e Provincia: "Un onore essere il testimonial. Durante la carriera bisogna essere disponibili e poi sapersi reinventare per restare sulla breccia una volta finita l'attività"
TRENTO. E' tra gli ospiti del Festival dello Sport ormai ai nastri di partenza. Tra i protagonisti della prima edizione della kermesse targata Gazzetta e Provincia c'è anche Kristian Ghedina, il più vittorioso discesista italiano nella storia della Coppa del Mondo di sci alpino.
L'appuntamento con l'ex discesista, tra i migliori specialisti degli anni '90 e grande sostenitore delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026 (Qui articolo), è per domenica 14 ottobre alle 7 con "Run to alpine ski championship", un training di corsa mattutino di 4,04 chilometri gratuito e fino ad esaurimento posti.
Una distanza scelta non a caso, Ghedina è il testimonial dei Mondiali di sci alpino di Cortina 2021 e corre a staffetta con Federico Liberatore, testimonial dei Mondiali juniores di sci alpino Val di Fassa 2019. I 4,04 chilometri sono la sommatoria degli anni delle competizioni iridate.
"Sono fiero di poter essere a Trento in qualità di testimonial di Cortina - dice l'ex discesista - un ruolo che mi rende molto orgoglioso, sono veramente tanti gli atleti forti della Regina delle Dolomiti e quindi è un onore".
L'esperienza a livello internazionale non manca tra mondiali e cinque edizioni dei giochi Olimpici da Albertville 1992 a Torino 2006. Ora sei testimonial per i Mondiali di casa, quelli di Cortina 2021.
Il team di lavoro è veramente ottimo, mentre il lavoro è tanto per arrivare pronti all'appuntamento. L'organizzazione è complessa e si cerca di fare il meglio, poi ci sono sempre gelosie, invidie e critiche, ma è anche giusto così. Si cerca di trovare la quadra tra privati, amministrazioni e governo.
Ritirato nel 2006, la figura di Ghedina resta comunque ai massimi livelli, nonostante la carriera di discesista sia ormai conclusa.
E' importante approcciarsi nel migliore dei modi durante la carriera. A volte può essere difficile corrispondere all'affetto e alle aspettative dei tifosi, ma è fondamentale essere disponibili. Terminati gli impegni di sci alpino poi non mi sono chiuso in casa, ma ho cercato di reinventarmi tra la televisione, eventi e l'automobilismo. Se sei troppo riservato la gente rischia di dimenticarti e sostenerti solo quando ci sono i risultati.
Specialista nella discesa, come si migliora la performance una volta raggiunto il top?
Sicuramente bisogna essere portati, rischio, velocità e adrenalina devono piacere. Ma la base è l'allenamento: sono tanti gli atleti che gareggiano, anche bene, perché necessitano dei punti per la classifica di Coppa del Mondo. Sono abbastanza spericolato e ovviamente questa specialità mi è sempre piaciuta più di altre, ma il lavoro ripaga sempre.
Mai avuto paura prima di qualche gara?
Quella è fondamentale, ma più che paura parlerei di tensione e guai se non ci fosse, altrimenti diventa pericoloso. Durante la gara e gli allenamenti è importante gestire l'emotività e la situazione: bisogna sempre viaggiare al limite. Oltre si sbaglia, sotto anche. Serve il giusto equilibrio.