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Festival dello Sport, cresce l'attesa. Tutto pronto per il via con Cairo, Ilaria d'Amico e Giacomo Agostini

Prime code fuori dal Teatro Sociale dove alle 18 ci sarà il via ufficiale alla quattro giorni dedicata ai record. Alle 17.30 primo incontro da non perdere con Bizzotto e Martinelli

Pubblicato il - 11 ottobre 2018 - 16:26

TRENTO. A due ore dal via del Festival dello Sport cresce l'attesa ed ecco, allora, già formarsi le prime code. Questa la situazione fuori dal Teatro Sociale di Trento intorno alle 16. Proprio qui alle 18 si terrà l'inaugurazione ufficiale della prima edizione di questa quattro giorni dedicata ai ''record''.

 

E per il via ci saranno Urbano Cairo, presidente di Rcs MediaGroup, Ugo Rossi Presidente della Provincia autonoma di Trento e Alessandro Andreatta sindaco di Trento. Con loro Giancarlo Giorgetti (Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri), Andrea Monti, direttore de La Gazzetta dello SportGianni Valenti, vicedirettore vicario de La Gazzetta dello Sport e direttore scientifico de Il Festival dello SportMaurizio Rossini, Ceo Trentino Marketing, Paola Mora, Presidente Coni Trentino e Massimo Bernardoni, delegato Cip Trento e Bolzano. E poi toccherà alla giornalista Ilaria D’Amico intervistare l'uomo dei record del motociclismo: Giacomo Agostini vincitore di ben 15 mondiali.

 

E proprio Agostini, domani, alle 10 tornerà in sella, dopo oltre mezzo secolo, per ritrovare i tornanti della Trento-Bondone, che gli hanno regalato la prima vittoria di una splendida carriera. Lo farà pilotando il suo Morini 175 Settebello, oggi di proprietà di Bruno Ruozzi, per affrontare la salite del Bondone con arrivo a Candriai.

 


 

Tra gli incontri di oggi, però, da non perdere c'è anche la presentazione del libro ''Giro del mondo di una Coppa'' di e con Stefano Bizzotto intervistato dal giornalista trentino (che ha un blog anche su ilDolomiti) Carlo Martinelli. L'appuntamento è alle 17.30 al Bookstore di Piazza Duomo. In questo libro Stefano Bizzotto accompagna gli spettatori attraverso capolavori sportivi, incontri mancati con il destino, grandi e piccoli momenti di tragedia, generosità e trionfo.

 

Dall’autobus di linea che accompagna i giocatori dell’Uruguay a disputare la finale del 1930 a Daniel Passarella che nel 1978 solleva la coppa, a poche centinaia di metri dalle celle dove i desaparecidos ascoltano la partita alla radio. Nulla può compensare la perdita dell’attesa, dell’ansia e della gioia che esplode in una sera d’estate, la luce azzurrina dei televisori tra le vie deserte, i bar che risuonano delle voci metalliche delle telecronache.

 

Nell’anno che ha visto l’Italia assente dai Mondiali di Russia, un viaggio affettuoso e curioso attraverso le parole di Rivera e Mazzola, Thuram e Bierhoff, Paolo Rossi e Rummenigge. Passando dalla pipa di Bearzot alla grinta di Tardelli, dal genio spiritato di Maradona alla malinconia di Riquelme.

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