Gatti (al guinzaglio), cani ed altri animali (valutati caso per caso) all'Università. Il direttore generale: "La loro presenza può comportare benefici sull'attività lavorativa"
Lavorare con il proprio amico a quattro zampe accanto, portandolo in ufficio e condividendo così (davvero) tutto. Ad aggiungersi alle diverse realtà che oggi aprono (letteralmente) le porte a gatti a cani c'è anche l'Università di Trento. Alex Pellacani, direttore generale: "Portare con sé il proprio animale domestico può comportare benefici anche sull'attività lavorativa"
TRENTO. Lavorare con il proprio amico a quattro zampe accanto, portandolo in ufficio e condividendo così (davvero) tutto. Che i posti di lavoro stiano diventando sempre più 'pet-friendly' è un dato di fatto. E ad aggiungersi alle diverse realtà che oggi aprono (letteralmente) le porte a gatti a cani c'è anche l'Università di Trento.
Ad annunciarlo Alex Pellacani, direttore generale, che in una missiva ha raccontato la novità, proposta in via sperimentale: "Care tutte e cari tutti, vi informo che, in accoglimento delle richieste del personale e in accordo con le organizzazioni sindacali, la nostra Università ha introdotto in via sperimentale la possibilità di farsi accompagnare dal proprio animale domestico sul luogo di lavoro".
Si tratta di una possibilità già introdotta da altri atenei, come l'università Milano-Bicocca, che di recente ha detto "sì" a cani e gatti (LO AVEVAMO RACCONTATO QUI). La più giovane tra le università milanesi ha infatti autorizzato l'ingresso in determinanti ambienti della struttura degli animali domestici: i ricercatori, i professori, il personale tecnico, amministrativo e i bibliotecari potranno andare a lavorare con il proprio quadrupede e tenerlo con sé mentre svolgono il proprio operato.
Una piccola rivoluzione, strettamente regolamentata, che sta prendendo piede anche fra le mura dell'Università di Trento. Negli uffici Unitn saranno ammessi i cani fino a 35 chili di peso, mentre quelli con un peso superiore ai 35 chili andranno valutati sia dal punto di vista comportamentale che di adeguatezza all’ambiente lavorativo. I gatti, invece, potranno entrare qualora sia possibile condurli al guinzaglio.
Come si legge nel regolamento stilato dall'Università di Trento, "l'ammissione di altre specie animali viene valutata caso per caso dal o dalla responsabile di struttura, ai sensi dell'articolo 7". Gli amici a 4 zampe saranno ammessi nei luoghi di lavoro negli uffici occupati da un solo lavoratore o "in accordo con tutti coloro che lo occupano".
Il proprietario a cui sarà accordata la facoltà di portare il proprio animale dovrà essere munito di: guinzaglio, museruola (per i cani), cibo ed acqua nonché attrezzatura idonea per la raccolta delle eventuali deiezioni e del pelo. Non dovrà mancare l'attrezzatura per la pulizia dello spazio occupato dal cane e di eventuali altre aree "sporcate".
La richiesta di accesso dell'animale nel luogo di lavoro dovrà essere presentata alla direttrice o direttore o al o alla dirigente della struttura di appartenenza, utilizzando l’apposita modulistica. In ogni momento, ogni lavoratore o lavoratrice afferente alla struttura Unitn potrà segnalare la propria contrarietà alla presenza dell'animale sul luogo di lavoro, specificandone il perché.
"Le motivazioni che hanno spinto l'Ateneo ad attuare questa sperimentazione sono molteplici e non risiedono solo in una politica 'pet-friendly' - spiega il direttore generale dell'Università di Trento, che ha raccontato la novità -. Si è ritenuto, infatti, che portare con sé il proprio animale domestico potrebbe comportare benefici anche sull'attività lavorativa".
E conclude: "La possibilità di portare il proprio animale sul luogo di lavoro in Ateneo è subordinata al rispetto di un codice di condotta (DI SEGUITO) che disciplina le buone prassi di convivenza con colleghe e colleghi, elaborate anche in un'ottica del benessere dell’animale stesso".