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Fondo italiano per la scienza, due milioni e mezzo all'Università di Trento: finanziati due progetti nell'ambito delle neuroscienze e della cura delle malattie genetiche

Ad ottenere il contributo sono stati lo studio "Dynamo" del ricercatore Moritz Wurm, che intende capire come il cervello umano costruisce la rappresentazione della realtà dinamica, e "My Bet" della professoressa Anna Cereseto che punta a scoprire nuove tecnologie per la cura di malattie genetiche

Di F.Os. - 21 giugno 2024 - 17:23

TRENTO. L'università di Trento si è aggiudicata quasi due milioni e mezzo di euro di finanziamenti dal ministero, dal Fondo italiano per la scienza, per poter finanziare e dare concretezza a due progetti di ricerca.

 

Ad ottenere il contributo sono stati lo studio di Moritz Wurm, ricercatore del Cimec (Centro interdipartimentale mente/cervello), che intende applicare un metodo innovativo per capire come il cervello umano costruisce la rappresentazione della realtà dinamica e quello della professoressa del Cibio (Dipartimento di biologia cellulare, computazionale e integrata) Anna Cereseto che punta a scoprire nuove tecnologie per la cura di malattie genetiche.

 

Il Fondo italiano per la scienza, lanciato per la prima volta nel 2021, sostiene lo sviluppo delle attività di ricerca condotte da studiosi e studiose emergenti e affermati e le proposte sono scelte in base al criterio dell'eccellenza scientifica in tutte le discipline - dalle scienze matematiche, fisiche e naturali all'ingegneria alle discipline umanistiche - dopo una lunga fase di selezione e valutazione.

 

Venendo ai due studi trentini - che fanno parte dei 47 giudicati meritevoli del conferimento, a fronte di circa duemila proposte - il progetto "Dynamo" del ricercatore Moritz Wurm si sviluppa nel campo delle neuroscienze: lo scopo è capire come avviene la rappresentazione degli eventi dinamici nel cervello umano e, in particolare, in che modo le raffigurazioni cambiano durante ogni punto temporale di un evento in corso.

 

Lo studio si avvale di un nuovo metodo di ricerca definito “analisi di similarità della rappresentazione dinamica” che permette di capire come il cervello costruisce un modello dinamico della realtà che ci circonda, il che può anche aiutare a comprendere meglio disturbi mentali che si pensa siano dovuti a un disordine dei meccanismi predittivi, come l'autismo.

 

Lo studio "My Bet" della docente di biologia molecolare Anna Cereseto si inserisce invece nel filone delle tecniche dell’editing genomico, un ambito di ricerca finalizzato allo sviluppo di terapie per le malattie genetiche.

 

L’obiettivo è ottimizzare l’attuale sistema Crispr-Cas9 - la forbice molecolare in grado di tagliare o modificare le parti del Dna dannose - e scoprire nuove proteine, più piccole, per poi adattarle all’essere umano.

 

In prospettiva, l’intenzione è quella di riuscire ad arrivare al sistema nervoso centrale, oggi ancora difficile da raggiungere: un passaggio che potrebbe aprire nuove strade alla cura di malattie gravi come l’atrofia muscolare spinale.

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