"Una nuova tecnologia satellitare per misurare la conducibilità termica della neve", Eurac research: "Così sarà possibile stimare la disponibilità di acqua per l'estate"
Eurac research: "Alla luce della crisi climatica che fa dell’acqua un bene sempre più scarso e prezioso, calcolare con cura la presenza di neve, specie in quota, sarà sempre più importante per poter stimare con maggior precisione la disponibilità di risorse idriche nella stagione estiva e dare così un supporto a chi deve amministrarne gli usi"
BOLZANO. E' stata testata in val Senales una nuova tecnologia satellitare che consentirà di monitorare le risorse idriche, misurando la conducibilità termica della neve. Le prove sono state fatte a bordo di un piccolo Cessna, che ha sorvolato la valle altoatesina lungo rotte precise tra il lago di Vernago e Croda delle Cornacchie.
L'esperimento ha consentito in particolare di misurare lo scambio termico tra neve e aria. Mentre il Cessna operava in volo, a terra, in corrispondenza delle stesse rotte, vi erano invece otto squadre guidate da esperti ed esperte di Eurac Research, che hanno provveduto a misurare la profondità della neve con aste scalate e pesarla per determinarne la tipologia.
L'analisi dei dati è ora in corso e, se dovesse dimostrare che la tecnologia è affidabile (e cioè che le misure coincidono con quelle prese a terra a campione ndr), verrà potenzialmente usata sui satelliti e contribuirà a monitorare con maggior precisione come cambia l’altezza della neve nel corso della stagione, e dunque quanta neve fusa scivola a valle. Consentendo di conseguenza di stimare e tenere monitorate anche le risorse idriche disponibili.
E' stata una collaborazione tra Eurac Research, Università Milano Bicocca e agenzia spaziale italiana (ASI), con la partecipazione di numerosi enti e il supporto di Alpin Arena Senales, a dare vita allo studio.
Il primo volo fatto è arrivato in valle verso le 7 di mattino, il secondo invece attorno alle 13: ognuno dei quali ha 'visto' il Cessna zigzagare sull'area a quota 5.000 metri per un tempo di circa 40 minuti. Due passaggi effettuati in momenti diversi proprio perché per il gruppo di ricerca era fondamentale ottenere due 'fotografie' differenti: "Finora, per monitorare la neve abbiamo usato immagini satellitari che misuravano proprietà dirette come l’altezza e la densità - spiega Carlo Marin, ingegnere esperto di remote sensing di Eurac Research -. Questa nuova tecnologia, sviluppata dall’università Bicocca di Milano, misura invece come respira la neve, cioè lo scambio termico tra la neve e l’aria".
"Da questa informazione noi possiamo indurre proprietà come densità e tipo di neve. Ecco perché abbiamo organizzato un volo al mattino presto, quando la temperatura è più fredda, e uno nelle ore più calde della giornata, quando lo strato superficiale della neve è più caldo per effetto delle temperature più alte e dei raggi del sole. La differenza di temperatura si relaziona a come differenti tipi di neve scambiano calore con l'ambiente circostante. Per altro, le immagini del sensore sperimentale promettono una risoluzione altissima".
Mentre il piccolo Cessna compiva 12 passaggi lungo strisce che in termini tecnici si chiamano "transetti", a terra erano allineate 22 persone che hanno misurato, ogni tre metri, la profondità della neve e il suo peso, per determinarne la densità, cioè se fosse più polverosa o più bagnata.
Alcune squadre erano non lontane dagli impianti di risalita, altre invece hanno raggiunto i punti più remoti, come cima Teufelsegg, all’ombra della Palla Bianca (a quota 3.738 metri), marciando per ore con sci, pelli e zaini carichi di attrezzatura. Una squadra in particolare è stata accompagnata anche da tecnici che portavano con sé lo stesso sensore montato sull’aereo, per una ulteriore validazione da terra.
Per il gruppo di ricerca non resta ora che analizzare i dati, provvedendo nei prossimi mesi a incrociare i risultati delle misurazioni, verificando se la tecnologia è sufficientemente matura per diventare operativa: "Alla luce della crisi climatica che fa dell’acqua un bene sempre più scarso e prezioso, calcolare con cura la presenza di neve, specie in quota, sarà sempre più importante per poter stimare con maggior precisione la disponibilità di risorse idriche nella stagione estiva e dare così un supporto a chi deve amministrarne i vari usi", conclude Marin.