Trasformare in energia i fanghi di depurazione delle acque reflue. La ricerca di Ferrentino: "Dimezziamo gli scarti da mandare in discarica"
Lo studio ha ottenuto un riconoscimento al ''Premio Trentino per la Ricerca'' per l'ambito "Scienze fisiche e ingegneria". L'intervista: "La mia attività di ricerca si basa sullo sviluppo di tecnologie per il recupero energetico e di materia. Non avere più volumi considerevoli in discarica significa avere costi gestionali dei rifiuti inferiori"
TRENTO. Trasformare in energia i fanghi di depurazione per ridurre i consumi energetici degli impianti di trattamento e i costi di gestione del loro smaltimento. Su questo si basa la ricerca di Roberta Ferrentino, del Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e meccanica dell’Università di Trento, che ha ottenuto il terzo posto al ''Premio Trentino per la Ricerca'' per l'ambito "Scienze fisiche e ingegneria", dopo la "ragnatela" di Gabriele Greco e i "metamateriali" di Diego Misseroni.
Ma cosa sono i fanghi di depurazione? "I fanghi sono la matrice solida derivante dai trattamenti, di tipo meccanico, biologico, chimico, di acque reflue urbane e industriali, che vengono comunemente smaltiti in discarica o in impianti di termovalorizzazione", spiega la ricercatrice.
L'obiettivo è quindi quello di cercare, già all'interno del depuratore, di "valorizzare questo rifiuto trasformandolo in una risorsa": "La mia attività di ricerca - sostiene -, che riguarda il settore dell’ingegneria sanitaria ambientale, si basa sullo sviluppo di tecnologie per il recupero energetico e di materia e per la riduzione dei fanghi di depurazione".
E' uno studio innovativo, "perché si combinano due processi, quello della carbonizzazione idrotermica e della digestione anaerobica, comunemente utilizzato per il trattamento dei fanghi di depurazione. L'accoppiata con la carbonizzazione è qualcosa di nuovo".
La combinazione dei due processi "può contribuire - dice la ricercatrice - in maniera significativa ad aumentare la produzione di biogas che si può usare per sostenere i consumi energetici dell'impianto stesso, o essere immessa sul mercato dell’energia".
Il recupero energetico degli scarti è un tema molto dibattuto all'interno della comunità scientifica. "Non avere più volumi considerevoli di fanghi da smaltire in discarica significa avere costi gestionali inferiori, che potrebbero arrivare a dimezzarsi", conclude Ferrentino.