Prof di Trento tra i firmatari dell'appello di Elon Musk per bloccare l'intelligenza artificiale: ''Non fermiamo la ricerca ma la commercializzazione''
La lettera indirizzata ai governi e alle aziende ha l'obiettivo di portare a una moratoria di 6 mesi per creare dei sistemi di sicurezza. Tra i firmatari anche Paolo Zuccon, docente del Dipartimento di fisica dell'Università di Trento: "La ricerca deve andare avanti ma la corsa delle aziende rischia di mettere sul mercato prodotti usati a fini non etici"
TRENTO. "Non si chiede di sospendere la ricerca ma di bloccare per 6 mesi la commercializzazione". Queste le parole a Il Dolomiti di Paolo Zuccon. Il coordinatore del Laboratorio di fisica AstroParticelle del Dipartimento di fisica della Università di Trento è tra i firmatari dell'appello di Elon Musk, di altri imprenditori e di accademici alle aziende e ai governi di fermare l'addestramento delle intelligenze artificiali. "E' necessario sviluppare i sistemi di auto-controllo per evitare rischi di un uso scorretto di questa tecnologia estremamente potente".
La lettera indirizzata ai governi e alle aziende ha l'obiettivo di portare a una moratoria di 6 mesi per creare dei sistemi di sicurezza: nuove autorità di regolamentazione; monitoraggi dei sistemi di intelligenza artificiale; sviluppo di tecniche per aiutare a distinguere il reale dall'artificiale e istituzioni per gestire i cambiamenti che queste tecnologie possono apportare alla società.
Questa petizione riunisce personalità che hanno già espresso pubblicamente le loro paure nei confronti della diffusione dell'intelligenza artificiale senza controlli. E tra i firmatari c'è anche un docente dell'Università di Trento. "Ho lavorato al Mit di Boston negli Stati Uniti dal 2012 al 2018 e mantengo ottimi rapporti con il mondo accademico americano. Sono stato contattato per l'appello e ho deciso di aderire perché questi strumenti sono estremamente potenti".
Le aziende hanno iniziato una gara di velocità per mettere a punto queste tecnologie. "La pressione sugli sviluppatori è altissima - aggiunge Zuccon - la competizione tra le imprese è elevata per lanciare sul mercato i prodotti. E il rischio è che arrivino senza controlli e senza regolamentazioni".
Immagini deepfake impossibili da distinguere dalla realtà e informazioni false che possono influenzare l'opinione pubblico con danni alla democrazia sono tra i rischi collegati a un uso non etico della tecnologia. Una questione chiave è la logica del mercato e del chi prima arriva vince.
"Il diffondersi di fakenews, disinformazione, truffe e così via è concreto se non ci sono regole. Non si chiede di fermare la ricerca ma di bloccare la commercializzazione fino a quando non ci sono i protocolli di auto-controllo e di sicurezza. I prodotti devono essere sicuri per evitare usi non etici e che possono danneggiare la società".
Una rivoluzione complicata da fermare. "E' difficile che questo appello possa portare alla moratoria di 6 mesi ma è importante portare l'opinione pubblica a discutere e riflettere dei rischi e della sicurezza di una tecnologia così potente", conclude Zuccon.