L'Università a Belluno, sempre più vicina una triennale in informatica: ''Sarebbe una risposta, forse risolutiva, al problema dello spopolamento''
E' in programma un sopralluogo con l’ateneo veronese a palazzo Bembo, nel centro città, per verificare gli spazi e la loro idoneità. ''La previsione è quella di 70 massimo 130 ragazzi ad anno, quindi a pieno regime potremo arrivare a quasi 400 studenti. Un bell’indotto per la città, ne cambierebbe il volto. Contiamo di attirare giovani a vivere qui anche dopo il percorso scolastico e di fermare nel territorio una parte dei nostri ragazzi, che potrebbero studiare vicino a casa”
BELLUNO. Fa un passo avanti l’ipotesi di portare un corso di laurea a Belluno. Al momento si parla di un corso triennale di informatica, in collaborazione con l’università degli studi di Verona. Mercoledì 8 marzo è in programma un sopralluogo con l’ateneo veronese a palazzo Bembo, nel centro città, per verificare gli spazi e la loro idoneità. Parteciperanno il professore Matteo Cristani del Dipartimento di Informatica dell’ateneo veronese, il sindaco Oscar De Pellegrin, l’assessora alle politiche giovanili Roberta Olivotto, oltre a rappresentanti della Regione e di Confindustria, con cui il Comune condivide da tempo questo percorso.
“Stiamo lavorando da mesi all’ipotesi di portare un corso universitario nel capoluogo – annuncia il sindaco De Pellegrin - abbiamo avviato i contatti con l’università già in campagna elettorale perché crediamo fortemente nella possibilità di rendere Belluno città universitaria; ne beneficerebbe l’intera provincia e sarebbe una risposta importante, forse risolutiva, al problema dello spopolamento”. Nelle scorse settimane si sono svolti altri incontri, tutti finalizzati a trovare un accordo tra le esigenze dell’ateneo, le possibilità del territorio e le aree che il Comune destinerà all’iniziativa.
In particolare con il sopralluogo di mercoledì ci si concentrerà sugli spazi di palazzo Bembo per capire se corrispondano ai bisogni del corso triennale di informatica e come, eventualmente, armonizzare funzioni e servizi all’interno della struttura. Molte sono le condizioni da verificare: dalle superfici necessarie, alla gestione degli spazi, alla sostenibilità dell’iniziativa sia in merito al numero dei potenziali studenti sia per i costi relativi alle spese ordinarie.
“Questo comporta il fatto che l’intera città risponda in modo adeguato – precisa l’assessora Olivotto – dato che i ragazzi chiederanno alloggi, spazi ricreativi e culturali, servizi per la ristorazione e per ogni altra necessità tipica degli studenti universitari fuori sede. Per questo chiediamo la collaborazione di tutti e coordineremo l’intera proposta”.
“Stiamo valutando anche la possibilità di concedere in forma gratuita le aule a fronte del pagamento delle sole spese di utilizzo - spiega il sindaco De Pellegrin -. Parliamo di quattro o cinque aule per la didattica e di due per i laboratori, più la segreteria, aule studio, un magazzino e uno spazio ricreativo. La previsione è quella di 70 massimo 130 ragazzi ad anno, quindi a pieno regime potremo arrivare a quasi 400 studenti. Un bell’indotto per la città, ne cambierebbe il volto. Contiamo di attirare giovani a vivere qui anche dopo il percorso scolastico e di fermare nel territorio una parte dei nostri ragazzi, che potrebbero studiare vicino a casa”.
Attualmente il complesso di Palazzo Bembo ospita una sede della Luiss Business School, l’hub “Veneto delle Dolomiti”, che propone percorsi di alta formazione e master rivolti a laureandi e laureati.