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"L'opinione delle persone per affrontare la crisi climatica". La ricerca di Codemo: "Più pannelli solari e tetti verdi per ridurre le emissioni"

Lo studio della dottoranda del Dipartimento di Ingegneria civile ambientale e meccanica dell'Università di Trento è stato riconosciuto al "Premio Trentino per la Ricerca'' nel settore "Scienze umane e sociali". L'intervista: "Promuovere strumenti che siano basati sulle performance ambientali, inclusivi, che tengano in considerazione l’opinione delle persone"

Di Francesca Cristoforetti - 22 febbraio 2023 - 19:53

TRENTO. Pannelli fotovoltaici in armonia con il contesto urbano, più natura per rinfrescare la città e più tetti verdi per far fronte ai cambiamenti climatici. E' questo il focus dello studio di Anna Codemo, terza classificata per il ''Premio Trentino per la Ricerca'' nel settore "Scienze umane e sociali".

 

"I cambiamenti climatici hanno degli impatti che mettono a rischio la salute e il benessere delle persone - spiega la dottoranda del Dipartimento di Ingegneria civile ambientale e meccanica dell'Università di Trento, intervistata da il Dolomiti -, degli ecosistemi e delle infrastrutture. In questo contesto, le città hanno un duplice ruolo: da un lato costituiscono la causa dei cambiamenti ma dall’altro sono estremamente vulnerabili ai loro effetti".

 

Per contribuire alla sfida climatica, "a livello locale - spiega Codemo - è possibile intervenire introducendo strumenti di pianificazione innovativi e adattabili a futuri cambiamenti. In questo modo si facilitano le azioni sensibili al clima, quindi interventi che possono ridurre le emissioni di CO2, come la forestazione o l’uso delle risorse rinnovabili, oppure che possono adattarsi, come le soluzioni basate sulla natura".

 

Queste azioni sensibili al clima hanno 4 obiettivi principali: la regolazione del microclima, la gestione sostenibile delle acque, la sostenibilità energetica e il benessere e salute delle persone. "È dunque importante avere un approccio multiscalare e multidisciplinare, per non creare contrasti tra le sfide", prosegue la ricercatrice.

 

L'obiettivo? "La ricerca che stiamo conducendo mira a proporre metodologie per integrare queste sfide nelle pratiche urbane e architettoniche, lavorando da un lato alla scala urbana per la gestione del territorio, dall’altro alla scala del quartiere per la trasformazione dello spazio, in modo da comprendere limitazioni e opportunità e contribuire in maniera consapevole alla transizione in entrambi i campi. Il tutto è volto ad accompagnare la scelta dei decisori politici".

 

Lo studio intende "promuovere strumenti che siano basati sull’evidenza, per definire le priorità di intervento e le esigenze specifiche del luogo, che siano basati sulle performance ambientali, basate sul contesto e soprattutto misurabili, e che siano inclusivi, che tengano in considerazione l’opinione delle persone e la loro percezione delle trasformazioni che il paesaggio potrà subire".

 

Questi strumenti soprattutto, "devono supportare azioni che siano rigenerative - conclude Codemo -, che rispondano alle esigenze climatiche e di circolarità non solo riducendo i loro impatti sull’ambiente urbano e sugli ecosistemi, ma apportandone di positivi".

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