Combattere l'ansia negli anziani con la realtà virtuale? Dalla montagna al mare, a Povo il via allo studio di fattibilità "con visori ottici ed esperienze personalizzate"

POVO. Nel corso dei prossimi due mesi gli ospiti dell'Apsp "Margherita Grazioli" potranno vivere un'esperienza piacevole e rilassante, testando la realtà virtuale attraverso l'utilizzo di visore ottico, considerato grazie a differenti studi "risposta più precisa e personalizzata al problema della gestione dell’ansia nelle persone anziane, che presentano compromissione del funzionamento cognitivo". Uno studio di fattibilità che prenderà il via a Povo, tra i primi in tutta Italia. 

Il progetto si colloca all’interno della collaborazione stipulata tra la Fondazione Bruno Kessler/TrentinoSalute4.0 e, per l'appunto, l’Azienda pubblica di servizi alla persona "Grazioli". 

A partire dalla prossima settimana, un gruppo di utenti selezionati sulla base di requisiti precisi e in accordo con il personale sanitario della struttura, potranno esplorare in prima persona uno spazio virtuale in 3 dimensioni creato e adattato in base alle preferenze personali. Per farlo, utilizzeranno un visore, sperimentando un'immersione multisensoriale a 360 gradi in un contesto rilassante (mare, montagna, campagna o altri ndr).

L’utilizzo di scenari virtuali immersivi è stato infatti recentemente studiato per implementare interventi dedicati al miglioramento della qualità di vita delle persone in strutture per anziani, mettendo in luce un impatto positivo su ansia, depressione e apatia oltre a consentire il superamento di alcune delle barriere che, talvolta, possono ostacolare la partecipazione alle attività ricreative.

La realtà virtuale in cui si tufferanno gli anziani di Povo si avvale infatti di video, musiche ed effetti sonori scelti dall’utente (come il cinguettio degli uccelli, il vento, le onde del mare, e altri suoni ambientali), e offre la possibilità di visitare luoghi della memoria non più accessibili fisicamente, accrescendo il desiderio di dialogo nella condivisione della propria esperienza.

Lo studio che prenderà presto il via durerà due mesi e, se i risultati della sperimentazione saranno positivi, porterà vantaggi sia per gli utenti, che per la struttura ospitante. In particolare, per gli anziani i possibili benefici riguardano la riduzione dell’ansia senza l’utilizzo di farmaci e l'incremento del benessere generale.

Approvata dal Comitato etico di Apss, l'indagine è oggetto della tesi di dottorato di Susanna Pardini, dottoranda, psicologa e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale presso il dipartimento di Psicologia generale dell'Università di Padova e Fondazione Bruno Kessler.

"Diversi studi nazionali e internazionali in questo settore hanno evidenziato come le esperienze con la realtà virtuale e la realtà aumentata costituiscano un importante strumento per la gestione di diversi sintomi comportamentali e cognitivi legati al deterioramento cognitivo, e ne hanno dimostrato l’efficacia nell’incremento del benessere, migliorando la qualità di vita dei pazienti", ha sottolineato la ricercatrice.

"Alcune di queste tecnologie hanno già dimostrato la loro efficacia in letteratura e sono stati rilevati sostanziali riduzioni anche dello stato di solitudine, depressione e problemi motori", ha concluso Pardini, la cui attività di ricerca si inserisce nelle azioni previste da TrentinoSalute4.0, centro di competenza per lo sviluppo della sanità digitale, costituito dalla Pat con l’Apss e la Fbk.