Zecche e rischio d'infezione nei lavoratori 'esposti', al via uno studio nel Bellunese: “Obiettivo coinvolgere tutto il Nord-Est”
“L'obiettivo è sviluppare un modello di valutazione del rischio per le malattie trasmesse da zecche, che fornisca indicazioni sulla natura e l'entità di tale rischio nelle categorie professionali maggiormente esposte alle zecche nel Nord Italia e potenzialmente in altre Regioni”
BELLUNO. Valutare il rischio d'infezioni trasmesse da zecche nei lavoratori “esposti” rispetto ai soggetto “non esposti”: è questo l'obiettivo di un nuovo studio osservazionale autorizzato dall'Ulss 1 Dolomiti. Un lavoro che, dicono i responsabili, rappresenta sostanzialmente uno studio pilota nell'ottica di un approfondimento futuro che possa coinvolgere tutto il Nord-Est. Come più volte riportato da il Dolomiti negli ultimi mesi, la presenza di zecche (anche sul territorio Trentino, Qui Articolo) rappresenta un potenziale rischio per chi si trova a frequentare le zone nelle quali gli insetti sono più presenti: due sono infatti le principali (ma non le uniche) malattie trasmesse dalle zecche, l'encefalite da zecca (o Tbe) e la malattia di Lyme (Qui un approfondimento sulla questione con il direttore del reparto di Malattie infettive dell'Ospedale Santa Chiara di Trento Massimiliano Lanzafame).
Come detto ora a Belluno (un punto di riferimento per le patologie da zecche) all'attività clinica si accompagnerà dunque anche la ricerca scientifica, per valutare il rischio di infezione da agenti patogeni trasmessi dalle zecche nei lavoratori 'esposti'. Lo studio fisiopatologico è infatti promosso dal dipartimento di Medicina Molecolare nel contesto di una collaborazione con l'Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie e l'Instituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro
“Data la peculiare localizzazione geografica dell'Ospedale di Belluno – spiega Gerardo Del Giudice, direttore del Laboratorio analisi di Belluno – e della nota presenza di diversi patogeni trasmessi dalle zecche nel territorio di competenza, il promotore ha richiesto all'Unità operativa complessa Laboratorio analisi di condurre uno studio volto alla determinazione della sieroprevalenza dei principali patogeni circolanti nelle zecche, al fine di valutare se l'esposizione all'ambiente silvestre e ad animali selvatici sia un fattore di rischio per quei professionisti che possono avere rischi maggiori di contatto con le zecche. In parallelo, verranno anche analizzati i dati d'archivio relativi agli esami diagnostici condotti dal 2015 per valutare il trend delle infezioni trasmesse da zecche diagnosticate nel territorio di competenza”.
Quest'attività, continua Del Giudice: “Rappresenta uno studio pilota per una prima valutazione della sieroprevalenza delle principali malattie da zecche nel territorio bellunese e del loro impatto in termini di attività diagnostica, nell'ottica di uno studio futuro che possa idealmente coinvolgere tutto il Nord-Est”. L'obiettivo quindi è riuscire a 'mappare' la situazione, per capire quale sia effettivamente il livello di rischio sul territorio. “Lo studio che proponiamo – continua il direttore del Laboratorio analisi di Belluno – è parte di un progetto più ampio coordinato dal professor Cristiano Salata (del dipartimento di Medicina molecolare all'Università di Padova), finanziato nell'ambito dei progetti in collaborazione dell'Inail, il cui titolo è 'Sviluppo di sistemi integrati per la gestione di dati geo-epidemiologtici per la valutazione e prevenzione del rischio occupazionale da zoonosi trasmesse da zecche'”.
Si tratta, conclude Del Giudice: “Di un progetto che ha come obiettivo generale quello di sviluppare un modello di valutazione del rischio per le malattie trasmesse da zecche, che fornisca indicazioni sulla natura e l'entità di tale rischio nelle categorie professionali maggiormente esposte alle zecche nel Nord-Est Italia e potenzialmente in altre regioni, consentendo altresì la realizzazione di un portale web dedicato alla comunicazione di informazioni legate al rischio di infezioni veicolate da zecche e alle misure di prevenzione”.