Verso il referendum. Politica trentina divisa
Gilmozzi per il Sì, Dorigatti per il No, Panizza per il Forse. Kaswalder: "Si discuta sui temi e non sul sostegno a Renzi"
TRENTO. "Il riformismo improvvisato privo di buone riforme può essere ampiamente peggiore" della Costituzione ora vigente. E "guai a dividere tra appartenenti al partito del cambiamento contrapposto a quello dell'immobilismo" - ammonisce il consigliere Walter Kaswalder. "La conservazione è sicuramente preferibile al cambiamento quando questo è inferiore come proposta all'esistente". Per Kaswalder l'unico modo "per non prendere in giro la popolazione" è quello di discutere "sui contenuti e non sull'appoggio all'attuale governo nazionale".
Questo il pensiero del consigliere autonomista sul tema della riforma costituzionale. E in vista del referendum la sua posizione sembra scostarsi di molto da quella dei vertici del suo partito e dal suo stesso segretario. Franco Panizza ha infatti votato favorevolmente, in qualità di senatore, alla riforma fortissimamente voluta da Matteo Renzi e proposta dalla ministra Maria Elena Boschi.
Ma quello del segretario del PATT non è affatto un Sì incondizionato. In cambio del sostegno al referendum le Stelle alpine chiedono a Roma delle garanzie certe su competenze regionali e modifica dello statuto. "Un impegno scritto e sottoscritto da Renzi o dalla ministra Boschi", auspica in queste ore il senatore autonomista.
Parole che fanno arrabbiare il segretario del PD del Trentino Italo Gilmozzi che chiarisce subito: "Va bene chiedere impegni al governo nazionale sui temi dell'autonomia ma nessun ricatto sul referendum".