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Trento, il centrodestra aspetta Godot-Giacca e le liste sono al palo, intanto Ianeselli apre ai moderati: "In tanti si domandano se c'è un'offerta di serietà: ebbene la nostra lo è"

Se dirà sì in tanti si domanderanno "ma perché ha accettato nonostante non volesse?" e "ma perché con due mesi di ritardo?", se dirà no i quesiti saranno: "Poteva dirlo subito, perché è stato perso tutto questo tempo?" e "perché ci ha ripensato visto che aveva aperto le porte ad una candidatura?". Intanto Ianeselli rilancia: "Ci sono tante persone che si stanno domandando se c'è un'offerta di serietà: ebbene, la nostra lo è"

Di D.L. - 13 January 2025 - 18:29

TRENTO. Giacca sì, Giacca no, la Lega e il Patt insistono e si giocano ormai il "tutto per tutto", Fratelli d'Italia sta alla finestra ma mette pressione agli alleati. E, intanto, tutto il resto è fermo: nessuno si è mosso per costruire le liste (quante saranno?) e ai consiglieri uscenti non è stato chiesto nemmeno se intendono ricandidare.

 

"Che confusione, sarà perché ti amo" cantavano i Ricchi e Poveri. Beh, la confusione c'è e ha raggiunto livelli mai visti prima perché, anche quando Dellai prima, Pacher poi e Andreatta dopo correvano senza competitor credibili, visto che in città il centro destra non ha mai sfondato veramente (nemmeno con l'ingresso in politica di Silvio Berlusconi), almeno vi era una parvenza di organizzazione e serietà.

 

Ebbene, almeno trenta, venti, dieci anni fa le idee erano decisamente più chiare. Il centro destra sapeva di non avere speranze ma ci provava con impegno, umiltà e senza bisogno di far vedere chi fosse più forte all'interno dello stesso "gruppo": qualcuno si mise a disposizione per spirito di partito, qualcun altro si calò nel ruolo con i migliori propositi (pur non avendo chances), ma una tale bagarre non si è mai verificata. Per di più all'interno della medesima coalizione. Che, proprio perché molto più debole, dovrebbe essere compatta, determinata e allineata. Anche perché non si parla di una partita di calcetto tra amici ma di dare un senso alla democrazia nella città capoluogo del Trentino. 

 

Fare peggio di cinque anni fa, quando il candidato sindaco venne cambiato a 60 giorni dalle elezioni, con Andrea Merler che avvicendò Alessandro Baracetti, era quasi impossibile. E invece, nulla lo è per una coalizione che - alle nostre latitudini - sta insieme esclusivamente per convenienza e con il nastro adesivo.

 

E, tornando ai Ricchi (il centro sinistra) e Poveri (il centro destra), sul "sarà perché ti amo" ci sarebbe molto, anzi moltissimo da dire. Anzi, viene più di un dubbio a riguardo, perché l'intera coalizione si è disinteressata della questione elezioni a Trento sino a pochi mesi fa e, nel momento in cui vi è stata un'apertura (non totale, ma parziale, questo va detto) da parte di Giacca, in tantissimi nel centro destra - quasi tutti - hanno pensato che la "grana" candidato sindaco fosse risolta, senza assicurarsi che l'imprenditore trentino dicesse "sì" in maniera definitiva e senza avere un "piano B" per tamponare eventuali colpi di scena.

 

Disinteresse, convinzione di non essere competitivi in ogni caso oppure totale disorganizzazione? Forse tutte e tre le ipotesi stanno in piedi, certo è che la coalizione che da cinque anni governa la Provincia non è mai stata solida e non è riuscita ad ideare una strategia precisa per Trento. E adesso lo è ancora di meno.

 

In piazza Dante le visioni sono diversissime anche sui temi fondamentali (basti pensare cosa sta accadendo riguardo il terzo mandato del Presidente della Provincia, tanto per fare un esempio) e i rapporti personali sono tesi, checché se ne dica: è sufficiente ricordare cosa accadde poco più di un anno fa quando, dopo aver stravinto le elezioni Provinciali, la Giunta venne fatta... e rifatta, dopo che Fratelli d'Italia aveva alzato la voce per il trattamento riservato all'attuale vice presidente Gerosa a cui, nonostante il risultato conseguito nelle urne e gli accordi stipulati durante la campagna, il Governatore assegnò un assessorato decisamente "minore", con Spinelli promosso vice presidente con competenze importanti.

 

Fugatti fu costretto a cambiare subito la composizione dell'esecutivo, dovette inghiottire il boccone amaro servito da Urzì, che la mise giù "durissima" e, da allora, nulla è cambiato. Gli equilibri politici sono tutt'altro che solidi, come testimonia il fatto che - qualche mese fa - alle amministrative di Rovereto la Lega (più lista Fugatti e Patt) sostennero Gianpiero Lui, mentre al primo turno Fratelli d'Italia corse con il proprio candidato, Paolo Piccinni. Al ballottaggio ci fu l'alleanza (a quel punto, per forza), ma non bastò per sconfiggere Giulia Robol.

 

Adesso la situazione è destinata a ripetersi a Riva del Garda: già mesi or sono il partito di Giorgia Meloni ha detto "no" ad un secondo mandato dell'attuale sindaca Cristina Santi e, nonostante il rischio "spaccatura", la Lega ha deciso di proseguire dritta per la propria strada. Fratelli d'Italia ha ribadito che, a queste condizioni, correrà da solo con il centro destra che - per l'ennesima volta - adotterà una strategia che, complessivamente, può essere definita "tafazziana".

 

Cosa succederà a Trento? Il tempo è finito e Giacca, che anche recentemente si è espresso in maniera oltremodo criptica (tanto per usare un eufemismo), non dicendo nulla che già non si sapesse, circumnavigando - nemmeno troppo abilmente - ogni domanda diretta con perifrasi e secondarie che hanno creato ulteriore confusione nella vicenda, ad ore dovrebbe dare una risposta.

 

Se dirà sì in tanti si domanderanno "ma perché ha accettato nonostante non volesse?" e "ma perché con due mesi di ritardo?", se dirà no i quesiti saranno "ma perché non lo ha detto prima de è stato perso tutto questo tempo?" e "perché ci ha ripensato visto che aveva aperto le porte ad una candidatura?".

 

Se si verificherà quest'ultima ipotesi il centro destra sarà in "braghe di tela" in pieno inverno. E la figuraccia sarebbe ancora più grande di quella già confezionata.

 

Intanto, vista l'incertezza che regna nel centro destra, l'attuale sindaco e candidato del centro sinistra Franco Ianeselli fa un appello agli elettori di centro, magari da sempre orientati verso destra, ma delusi e scoraggiati dal comportamento dei propri partiti di riferimento.

 

"Noi abbiamo veramente a cuore le sorti della città, le idee chiare su dove vogliamo andare e cosa dobbiamo fare per rendere ancora migliore Trento - spiega Ianeselli - e siamo organizzati per farlo. Se i moderati di centro, che magari alle elezioni nazionali hanno votato a destra ma qui badano più alle persone e ai programmi, vogliono sedersi attorno ad un tavolo per parlarne, le nostre porte sono e saranno sempre aperte. Ci sono tante persone che si stanno domandando se c'è un'offerta di serietà: ebbene, la nostra lo è, mentre dall'altra parte si cerca un nome tanto per avere un nome, visto che riguardo la città non abbiamo sentito nemmeno una parola sino a questo momento. Ai delusi dal centro destra locale dico: noi siamo aperti al dialogo".

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